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Politica Rimini

Progetto Rimini: un documento dai cinque gruppi. Ancora nessuna discesa in campo

In foto: Balacchi, Donati, Polselli e Lazzari
Balacchi, Donati, Polselli e Lazzari
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 24 ott 2015 19:16 ~ ultimo agg. 19:19
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Oggi l’associazione Progetto Rimini, nata per fornire riflessioni e proposte per il futuro di Rimini, è tornata a incontrare la stampa per presentare la sintesi del lavoro degli ultimi mesi. Ma ancora nessuno sbilanciamento su una partecipazione elettorale. “Il desiderio di essere presenti nel panorama politico di Rimini c’è, ma sul come Progetto Rimini sta ancora valutando”, spiega il presidente Michele Donati. Intanto l’associazione presenta il documento che sintetizza il lavoro di cinque gruppi tematici. Quello sull’economia, coordinato da Maurizio Mussoni. Cultura, Antonio Polselli. Sociale, Sara Balacchi. Urbanistica, Giuseppe Lazzari, e Turismo, coordinato da Piero Venturelli.
Titolo del documento: “Dagli eventi all’evento: il rinascimento di Rimini”. Sul passato e presente non si vogliono dare giudizi drastici, assicura Progetto Rimini. Anche se qua e là qualche stoccata si registra: sul turismo, che deve aprirsi a “una dimensione culturale relazionale”, Rimini non ha saputo interpretare i cambiamenti e si posiziona ancora nel segmento dello sballo per eventi come Notte Rosa e Molo. O, sull’urbanistica: “Rimini è bloccata da almeno cinque anni”.

Una città, spiega Antonio Polselli, dove di cose se ne fanno e di realtà attive ce ne sono, ma “in un muoversi frammentario. Serve perciò una nuova vision che crei una connessione della città”. Parole centrali da cui partire sono: centralità e dignità della persona, cultura e bellezza, bene comune e fraternità, cittadinanza attiva, sussidiarietà circolare, democrazia deliberativa, lotta a cultura della rendita e speculazione, trasparenza nella gestione della cosa pubblica. Un esempio di come cambiare l’approccio culturale: oggi è l’Amministrazione che promuove eventi, anche meritevoli, spiega Polessi. Ma devono invece le singole realtà a promuoverli, con un sostegno laddove serve (esempio: per iniziative alla Sala del Giudizio ci vogliono 500 euro, che per qualcuno è un onere importnte). Progetto Rimini ha individuato su cosa costruire il futuro, ora il confronto resta aperto.

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