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Attualità Economia

22,3 milioni in meno in 5 anni. La spending review penalizza Rimini e i comuni virtuosi

In foto: la ricerca del Sole 24 Ore
la ricerca del Sole 24 Ore
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 26 ott 2015 12:16 ~ ultimo agg. 27 ott 11:29
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22,3 milioni di euro in meno di trasferimenti in 5 anni, dal 2010 al 2015, pari al 60% di risorse in meno. Sono i tagli della cosiddetta spending review che i vari governi che si sono succeduti hanno imposto al comune di Rimini, 39esimo nella classifica redatta dal Sole 24 Ore. In testa c’è Lodi che ha subito tagli di risorse pari all’85% mentre in coda Caserta e L’Aquila. Rispetto al 2010 ogni cittadino riminese ha subito un tagliodi 155 euro. “Analisi che peraltro si limita al ‘solo’ fondo di solidarietà” specifica l’assessore al bilancio Gianluca Brasini che evidenzia come, ricerca alla mano, le sforbiciate abbiano riguardato maggiormente le realtà che offrono maggiori servizi senza concentrarsi sui presunti sprechi. Il principio delle varie manovre è stato maggiori spese, maggior tagli, “senza però tener conto – spiega l’assessore – dei cosiddetti ‘consumi intermedi’ (a maggiori servizi corrispondono necessariamente maggiori spese vive) e senza considerare che ogni realtà ha caratteristiche specifiche”. Brasini ricorda, ad esempio, l’impatto del turismo che porta l’amministrazione riminese ad erogare servizi per un numero di utenti più alto dei suoi 150mila abitanti. Con le incertezze ancora tutte da fugare sull’annunciato taglio delle tasse sulla casa e i contestuali rimborsi da parte del Governo, l’assessore ricorda anche un’altra anomalia: Rimini, insieme a Firenze, risulta essere la più penalizzata dall’applicazione dell’Imu per via dell’elevato numero di strutture alberghiere (immobili categoria D). Lo Stato trattiene 16,8 milioni di euro di IMU riminese e ne riversa al comune solo 10. Una distorsione – auspica Brasini – “che speriamo possa essere attenuata dai correttivi che saranno introdotti nelle prossime leggi di stabilità. Andando cioè a premiare – o almeno non penalizzare – chi ‘spende bene’ e non chi risparmia tagliando ciò che rende un ente davvero virtuoso, ovvero la capacità di dare risposte concrete, efficace e rapide ai bisogni dei cittadini. Una capacità che Rimini, nonostante l’evidente penalizzazione su più piani, ha dimostrato di avere, continuando ad erogare servizi di qualità e riuscendo, passo dopo passo, a cambiare la città”.