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Attualità Provincia

Gnassi: lotta alla mafia sia chiara nei programmi elettorali

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 4 set 2015 13:26
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Anche il sindaco di Rimini e presidente della Provincia Andrea Gnassi interviene sui sequestri riminesi nell’ambito dell’inchiesta Aemilia, invitando a evitare la vecchia tendenza a nascondere la testa sotto la sabbia per non danneggiare l’immagine turistica.  Ricordando la “manifesta perforazione” del tessuto economico regionale ribadita anche da recenti analisi. E guardando alla necessità di incrementare quanto già fatto, Gnassi auspica che nei programmi per le prossime amministrative il contrasto alle infiltrazioni sia definito con chiarezza.


 

La dichiarazione del sindaco Andrea Gnassi:

“Non è vero che la mafia non c’è. C’è a Rimini come c’è ormai ovunque, spesso invisibile nelle forme di oggi. Se c’è una cosa di cui essere orgogliosi è avere in questi anni, come istituzioni, cambiato l’approccio, lavorato per un cambio culturale e di lettura. Parlare di mafia e dire che c’è fa bene al turismo perché è la premessa culturale per combatterla meglio. Non parlarne perché fa male al turismo è sbagliato e dannoso.

L’inchiesta ‘Aemilia’ sulla penetrazione e sulle ramificazioni della criminalità organizzata e mafiosa nel territorio emiliano romagnolo non si limita ‘solo’ a rappresentare un nuovo salto di qualità nel fondamentale lavoro investigativo compiuto sinergicamente da forze dell’ordine e procure. Toglie finalmente i paraocchi, gli alibi e le ipocrisie a chi sino a ieri rifiutava di vedere, sentire, leggere, mettere in fila gli episodi, i fatti, le inchieste che da anni punteggiano i nostri luoghi, le nostre città. Basta dare una rapida occhiata allo splendido lavoro di archiviazione e documentazione fatto dalle persone e dai ragazzi che animano l’Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata e per la diffusione di una cultura della legalità per rendersi conto che da tempo si è passati dalla minimizzazione del ‘caso isolato’ alla gravità di una ‘manifesta perforazione’ del tessuto economico regionale.

Le indagini e i sequestri che anche quest’oggi sono riportati dalle cronache locali sono, per chi abita nel territorio riminese, un invito a non fermarsi nel picconare quel muro di omertà, spesso fraintesa in ‘difesa dell’immagine’, che negli ultimi anni ha convinto finalmente le istituzioni a guardare ‘il mostro’ in faccia. L’Osservatorio- un unicum per il panorama non solo emiliano romagnolo- è il frutto di questa nuova e responsabile coscienza, così come i protocolli d’intesa sottoscritti sul fronte della sicurezza degli appalti e le tante iniziative di sensibilizzazione portate avanti anche negli istituti scolastici dalle forze dell’ordine. C’è soprattutto una rete civica di associazioni, composta da tante ragazze e ragazzi riminesi, che ha fatto e continua a operare nel quotidiano perché l’attività di documentazione e ricerca diventi il terreno fertile su cui seminare un cambio deciso di consapevolezza, cultura e impegno.

Quanto fatto negli ultimi anni adesso va espanso. Per questo è necessario che la politica, i partiti e le amministrazioni mettano al centro della propria azione- in ordine alle proprie competenze- il contrasto alla malavita organizzata, uscendo anche qui dalla genericità di troppi programmi. L’anno prossimo, in alcuni Comuni della provincia di Rimini, si svolgeranno elezioni amministrative. A mio modo di vedere, sarebbe molto utile, e segno di una svolta culturale in questo senso, che tutte le forze politiche e civiche che chiederanno fiducia ai cittadini condividano e offrano la stessa chiara piattaforma- senza ambiguità o relativizzazioni di sorta- rispetto al ‘tanto’ che ancora si può e si deve fare per combattere il ‘mostro’ che abbiamo in casa”.