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Rimini Sanità

L'ospedale Infermi premiato a Ginevra per i progetti sulla sicurezza del paziente

In foto: Una delegazione di operatori insieme al direttore generale, Marcello Tonini
Una delegazione di operatori insieme al direttore generale, Marcello Tonini
di Roberto Bonfantini   
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sab 11 lug 2015 17:12 ~ ultimo agg. 17:23
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Gli operatori dell’Ospedale “Infermi” di Rimini più direttamente impegnati nel progetto “Cure pulite sono cure più sicure”, legato ad accrescere sempre di più le buone pratiche per l’igiene e la sanificazione delle mani tra gli operatori sanitari, hanno ricevuto nei giorni scorsi, a Ginevra, il trofeo dell’“European Hand Hygiene Excellence and Innovation Award”, concorso promosso dal Centro di Ginevra tra gli ospedali di tutta Europa, per quanto attiene ai progetti mirati ad implementare la sicurezza del paziente.

La notizia della vittoria dell’A.USL Romagna era giunta nello scorso ottobre con lettera del professor Didier Pitter, direttore del Progetto di Controllo Infezioni Presso l’Ospedale Universitario di Ginevra, Centro collaborativo Oms per la Sicurezza del Paziente.

L’Infermi era l’unico ospedale italiano giunto nella fase finale del premio, insieme ad altri cinque ospedali, uno spagnolo, uno francese, due inglesi e uno tedesco, e a seguito di tale nomination nel giugno scorso gli emissari del Centro di Ginevra vi si erano recati per un audit.

Dopo la comunicazione della vittoria ad ottobre, la cerimonia della consegna del premio era stata fissata a fine giugno scorso, e gli operatori riminesi guidati da Grazia Tura (Responsabile infermieristico del Settore Rischio Infettivo), si sono recati a Ginevra per riceverlo.

Il tema della sicurezza del paziente è diventato negli ultimi anni centrale per i servizi sanitari. Tra i
rischi evitabili vi sono le infezioni correlate all’assistenza sanitaria, per loro natura legate alle pratiche sanitarie, che causano un prolungamento dell’ospedalizzazione, un incremento della disabilità e dei costi per le famiglie, morti evitabili. La corretta igiene delle mani durante l’assistenza ad un paziente, in qualsiasi ambito assistenziale (in ospedale, in ambulatorio, in una struttura residenziale per anziani, nell’assistenza domiciliare) rappresenta la misura più efficace per ridurre il rischio di trasmettere microrganismi potenzialmente patogeni da un paziente all’altro. Molti studi hanno infatti dimostrato che, quando l’adesione alla corretta igiene delle mani è elevata, il rischio di infezioni correlate all’assistenza si riduce.

Nel 2006 il Ministero della Salute italiano, in collaborazione con le Regioni, ha lanciato a livello nazionale la campagna “Cure pulite sono cure più sicure”, coordinata dall’Agenzia Sanitaria e Sociale
dell’Emilia Romagna, con l’obiettivo di promuovere l’adozione delle Linee guida dell’Oms sull’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria e di promuovere l’adesione alle misure raccomandate, attraverso
l’attuazione di una compagna multimodale, caratterizzata da interventi organizzativi (prodotti alcolici
per l’igiene delle mani disponibili al punto di assistenza, accesso continuativo ad acqua pulita, sapone
e salviette monouso); addestramento/formazione degli operatori sanitari; osservazione delle pratiche
di igiene delle mani nel luogo di lavoro, posizionamento di poster; clima mirato alla sicurezza del
paziente.

Una grande importanza a questo aspetto è stato attribuito anche dalla Regione Emilia Romagna, che da anni promuove attivamente l’igiene delle mani in ambito assistenziale: la promozione di questa pratica è stata inclusa tra gli obiettivi del Piano Regionale di Prevenzione e le attività delle Aziende sanitarie vengono monitorate annualmente. Sono stati messi a punto anche strumenti innovativi per promuovere una maggiore attenzione da parte degli operatori sanitari o effettuare l’audit dell’igiene delle mani, quali ad esempio il progetto informativo “Ri-mani” e un applicativo per l’osservazione dell’adesione all’igiene delle mani. Il prossimo mese partirà una campagna regionale per l’uso responsabile di antibiotici, che prevede anche la diffusione di poster nelle scuole per promuovere la corretta igiene delle mani, la misura più efficace per prevenire malattie infettive.

Dal 2007 l’allora Azienda USL di Rimini, ora A.USL Romagna, partecipa al progetto ed è attivamente impegnata nella promozione dell’igiene delle mani, sostenendo l’impegno nei confronti della Campagna “Save Lives: Clean Your Hands” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un impegno riconosciuto a livello internazionale tanto che grazie agli elementi di innovazione introdotti, Rimini ha vinto il concorso “European Hand Hygiene Excellence Award and Innovation Award”. Motivazione della giuria, l’ospedale dell’A.USL Romagna è risultato il migliore “nell’implementazione delle strategie per l’igiene delle mani e nella messa in campo di un’efficace campagna di sensibilizzazione sul tema”.

Questo lavoro capillare svolto in questi anni, coordinato dagli infermieri specialisti nel rischio infettivo, ha portato ad avere in ogni punto di assistenza la disponibilità di prodotti per eseguire l’igiene delle mani e cartelli che spiegano con chiare immagini come deve essere effettuata e per quanto tempo. Sono state raggiunte non solo le strutture pubbliche dell’Azienda ma anche quelle private, convenzionate e non convenzionate, in un costruttivo spirito di collaborazione di tutti i professionisti sanitari. Le postazioni implementate in questo senso sono state migliaia (stanze di degenza, ambulatori e servizi, medicherie, sale d’attesa, bagni); esse sono accessibili a tutti, affinché anche i cittadini (degenti, familiari, visitatori) possano partecipare, attraverso il rispetto di questa semplice ma fondamentale pratica igienica, a ridurre il rischio di infezioni. Inoltre, per sostenere la campagna a livello locale, negli anni sono state effettuate numerose e ripetute iniziative di formazione mirate ad
aumentare le conoscenze e la sensibilità degli operatori sanitari verso la pratica di igiene delle mani usando metodologie interattive volte al coinvolgimento attivo e partecipativo.

Dal punto di vista clinico si è potuto notare, nel corso degli anni, un calo delle infezioni intraospedaliere: dal 9,3 per cento della fine anni ’90, si passa infatti al 4,9 per cento.