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Assemblea Oasi Confartigianato. Concessioni, serve periodo transitorio

Si è svolta ier a Rimini l’assemblea nazionale degli operatori balneari di Oasi Confartigianato. Al centro dell’incontro, l’annosa questione delle concessioni e delle normative europee. All’assemblea, presieduta da Giorgio Mussoni, hanno partecipato anche i parlamentari riminesi Sergio Pizzolante e Tiziano Arlotti, e Lucia Serena Rossi, Professore ordinario di Diritto dell’Unione Europea presso l’Università di Bologna.  Erano presenti operatori balneari da Chioggia, Rimini, Ravenna, Pesaro, Fano, Marotta, Senigallia, Fermo, Teramo, Gaeta, Marina di Massa, Lido di Camaiore, Forte dei Marmi, Marina di Carrara.

Ad aggiornale la platea sugli ultimi incontri ai vari livelli istituzionali è stato Giorgio Mussoni, presidente di OASI.
“La nostra battaglia è sempre la stessa, dal primo momento, sulla quale tutte le sigle sindacali ora convergono: in primo luogo la tutela dell’impresa, degli investimenti economici ed umani che determinano il valore complessivo e di mercato dell’impresa. E’ un valore che gli imprenditori hanno prodotto, nel rispetto delle leggi vigenti e nell’interesse dell’industria turistica italiana alla quale abbiamo garantito un modello di gestione la cui qualità è unanimemente riconosciuta”.
La richiesta è che “sia concesso alle imprese attualmente titolari della concessione un periodo transitorio, congruo ed uguale per tutti, per adeguarci alla nuova realtà che la Legge vorrà introdurre. Il periodo transitorio non dovrà essere modulato sulla base degli investimenti, noi sulla certezza del futuro abbiamo investito tutto, soldi e le prospettive occupazionali delle nostre famiglie.
Lo chiediamo anche quale indennizzo per aver perso il diritto al rinnovo automatico sul quale storicamente abbiamo costruito la nostra impresa. L’intervento, di fatto ha abrogato una aspettativa terza”.
E Mussoni mette in guardia da altri rischi: “Invitiamo il legislatore anche a considerare le possibili infiltrazioni mafiose che si renderebbero possibili nel caso in cui le imprese oggi operative sull’arenile dovessero cedere nel breve periodo”.
“In sostanza la UE vuol riferirsi agli ammortamenti per valutare l’impresa e noi lo riteniamo invece un parametro inapplicabile e fuori dalla realtà. Una impresa completamente ammortizzata ai fini fiscali, resta con un suo valore. Come se la Fiat avesse tutti i beni ammortizzati dovesse essere indisponibile agli azionisti”.
Alla professoressa Rossi è stato spiegato che le ragioni delle imprese sono diverse e fondano su ragioni concrete, affinché lei le rappresenti in sede comunitaria. “C’è una peculiarità italiana, con una concessione per licenza, con il bene che resta di proprietà privata anche a concessione scaduta. Realtà che è necessario conoscere e rappresentare.”

Ha ricordato nel suo intervento Tiziano Arlotti: “il Governo, che entro il 17 aprile 2013 avrebbe dovuto emanare un decreto legislativo per il riordino delle concessioni demaniali marittime non ha ancora adempiuto. Siamo in una fase di incertezza, che richiede una forte accelerazione per far sì che il confronto con le categorie e le rappresentanze istituzionali entrino nel vivo. Credo che nell’affrontare il tema delle concessioni demaniali marittime sia quanto mai opportuno che, in via preliminare, sia istituita a livello di Governo una cabina di regia sotto la guida della Presidenza del Consiglio con la presenza del MIBACT, MEF e Agenzia del Demanio. Credo altresì che sia necessario definire un tavolo con Comuni e Regioni visto che l’uso del demanio marittimo oltre alla attività turistico ricreativa riguarda il commercio, la pesca e l’acquacoltura, l’industria e la portualità”

“ritengo che il mese di aprile debba diventare fondamentale per chiarire definitivamente il tema della proroga delle concessioni. Infatti, ad oggi le concessioni su demanio marittimo sono, per norma europea, valide fino al 31 dicembre 2015. La Legge 221 del 2012 ha prorogato la scadenza delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2020. Tale legge non è mai stata notificata all’Europa. E’ inoltre pendente presso la Corte di Giustizia Europea il ricorso sulla validità della proroga al 31 dicembre 2020 che probabilmente avrà il suo epilogo fra estate e autunno di quest’anno”.

“si pone il problema che si possa determinare una fase di stallo legata alla durata della proroga e che, a mio modesto parere, potrebbe bloccare quel processo di innovazione e di investimenti, coerenti con i piani di spiaggia di cui noi abbiamo bisogno ora e subito. E’ possibile trovare una via di uscita? Ci sono operatori che stanno accorpandosi, che hanno voglia e coraggio di investire e per fare questo ci vogliono certezze e tempi per ricorrere al credit”o.