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Cristiani, ebrei, musulmani

“Le inondazioni distruggono i raccolti? i cristiani al circo. Il fuoco divampa nelle città? i cristiani al circo. I barbari invadono l’impero? i cristiani al circo”
Così scriveva Sant’Agostino sedici secoli fa.

E quando i cristiani sono arrivati al potere?
Allora è stato il momento di trovare un altro capro espiatorio.

 

Sì, perché a mio parere, se questa dev’essere la giornata della memoria, a 70 anni dalla liberazione del campo di Auschwitz, immagine e simbolo di una delle peggiori persecuzioni della storia dell’umanità, quello che dovremmo ricordare, oltre alla singola storia del popolo ebraico, è la tendenza della nostra società a trovare, etichettare, ghettizzare e poi scannare un capro espiatorio.

Prima i cristiani, poi gli ebrei, poi gli zingari, gli omosessuali, i negri, gli immigrati, i poveri. Qualcuno che sta peggio. Quasi nessuna società sfugge a questa ruota: chi sta sopra, trova qualcuno su cui svuotare la propria bile, qualcuno che si prenda le colpe dell’andazzo delle cose.

 

Oggi tocca ai mussulmani, agli immigrati, a chi viene da fuori, a chi nasconde in malo modo un accento e un’appartenenza diversa; almeno fino al prossimo giro della ruota.