Tre provvedimenti di decadenza ma è ancora in casa. ERP, i casi limite
Per migliorare e rendere più equo l’accesso all’edilizia popolare pubblica occorre rivedere i livelli dei redditi ma anche snellire la burocrazia. E’ il punto di partenza di una riflessione del vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, sulle difficolà per l’Amministrazione nel far valere i propri diritti di fronte a palesi inadempienze.
Il vicesindaco cita in particolare due casi. Il primo risale a 24 anni fa ed è ancora in attesa dell’ultimo grado di giudizio: il ricorso postumo del figlio di un assegnatario che aveva lasciato di sua volontà un alloggio. Il figlio rivendica la possibilità di acquistarlo, ma tra ricorsi e tempi biblici la vicenda non ha ancora avuto esito.
Il secondo riguarda invece un assegnatario che ha ben tre provvedimenti di decadenza pendenti: per superamento dei limiti di reddito, per il possesso di altri appartamenti e per abusi edilizi. Ma per legge dalla data del provvedimento devono passare 365 giorni, il che significa -ricorda Gloria Lisi -che per un anno quell’appartamento risulta indisponibile per altre famiglie che ne avrebbero diritto.