Indietro
menu
Attualità Economia

Spessa o sottile, ma sempre IGP

In foto: piadina romagnola
piadina romagnola
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 4 nov 2014 11:49 ~ ultimo agg. 5 nov 14:53
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

 

E’ ufficiale la Piadina Romagnola è IGP. La Commissione Europea benedice il marchio e concede la Registrazione. Il suggello definitivo è arrivato dalla Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea.

Un riconoscimento importante che mette  maggiormente al sicuro dai tanti tentativi di imitazione e contraffazione.

D’ora in poi si potrà chiamare Piadina Romagnola/Piada Romagnola, anche nella variante alla Riminese, solo quella prodotta e confezionata esclusivamente nel suo luogo di origine, la Romagna. Solo i produttori che la produrranno secondo il disciplinare approvato potranno commercializzare la Piadina Romagnola IGP. Nessun altro potrà farlo.

L’IGP non è la vittoria del Consorzio ma di tutta la Romagna: della sua storia, delle sue tradizioni, dei suoi prodotti tipici – afferma il Presidente del Consorzio Elio Simoni Da tanto, troppo tempo abbiamo assistito a tentativi di imitazione al di fuori dei nostri confini, senza poter far nulla in merito. Oggi abbiamo uno strumento normativo per intervenire. Solo la vera Piadina Romagnola IGP sarà contraddistinta dal simbolo dell’Unione Europea e dal proprio speciale contrassegno, ed i consumatori saranno certi di acquistare un prodotto controllato, garantito e di qualità”.

 

Soddisfatto anche il segretario provinciale della Confartigianato Mauro Gardenghi

“Dieci anni fa ci inserimmo nel processo intrapreso per li riconoscimento IGP della Piadina Romagnola per assecondare l’attività delle aziende artigiane, che sul mercato s’erano ricavate uno spazio commerciale di rilievo con un prodotto tipicamente riminese. La Confartigianato riminese, sin dal primo momento, ha condotto questa attività esclusivamente allo scopo di sostenere le imprese, che grazie ad un riconoscimento specifico possono ora consolidare una declinazione della piadina romagnola ‘alla riminese’. Oggi esprimiamo la nostra soddisfazione perché oltre alle motivazioni che ci hanno spinto inizialmente verso un impegno diretto, la sopravvenuta grave crisi economica ha reso ancor più prezioso il successo ottenuto, in aiuto alle aziende e a tutela del lavoro che esse garantiscono. Infine, il riconoscimento aiuta la commercializzazione estera del prodotto, su mercati nei quali l’appeal del nome Rimini ha grande interesse”.

 

Complesso e di lungo corso l’iter che ha portato all’IGP. Dopo più di 10 anni di battaglie, finalmente nel dicembre del 2012 la domanda di registrazione è stata inviata alla Commissione Europea. Il 21 maggio scorso, dopo più di 17 mesi di indagini, esami ed approfondite analisi la Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea, ha chiuso l’istruttoria e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di registrazione come IGP della Piadina Romagnola/Piada Romagnola. È stato l’atto che ha certificato il rispetto di tutti i requisiti richiesti per la registrazione.Per arrivare all’ultimo tassello bisognava attendere altri tre mesi, nel caso qualcuno degli altri Paesi membri dell’Unione avanzasse delle eccezioni in merito, situazione non verificatasi.

 

Gli ingredienti.

Tassello fondamentale nel riconoscimento IGP è stata l’approvazione del Disciplinare che recepisse tutti gli elementi patrimonio della Piadina Romagnola: caratteri storici, tradizioni, confini geografici, materie prime del prodotto. Quattro gli ingredienti base della Piadina Romagnola: Farina di grano tenero;Acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo); Sale(pari o inferiore a 25 grammi); Grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi). Il Disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o frumento, fino a 20 grammi), con il divieto assoluto di aggiungere conservanti, aromi e/o altri additivi.
Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano cottura che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti. Per potersi fregiare dell’IGP la Piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite.

Il Disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).