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Provincia Rimini Social

Emergenza abitativa: la casa non dev'essere solo profitto

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 5 nov 2014 12:09 ~ ultimo agg. 11 nov 15:42
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Il vicesindaco: “La casa non deve essere solo profitto!” Addio donazioni a pioggia: le nuove risorse in arrivo dallo Stato con il ripristino del Fondo nazionale per gli affitti, andranno a finanziare attività del tutto nuove, a sostegno delle famiglie in difficoltà. Perlomeno nel comune di Rimini.
Andrea Buttafuoco del sindacato inquilini Sunia-Cgil, aveva anticipato su queste pagine che a breve sarebbero partiti degli incontri con l’amministrazione “per cercare di attivare con questi fondi, soluzioni più efficaci al problema casa, di quanto abbiano fatto i vecchi bandi”. Con finanziamenti a famiglia veramente irrisori, complice il progressivo calo delle risorse statali. Perché, allora, non utilizzare le stesse risorse per un vero e proprio “piano casa” che stimoli il reperimento, da parte della pubblica amministrazione, di alloggi sfitti sul mercato privato, per canoni calmierati? Non dimentichiamo che sul territorio provinciale ci sono 28mila appartamenti vuoti o poco utilizzati, di cui 15mila circa nel solo capoluogo.

 

“Abbiamo iniziato ad incontrarci con i sindacati degli inquilini e stiamo procedendo verso l’idea di un’innovativa sperimentazione. Vogliamo abbandonare il sistema dei bandi – spiega il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi (sua la delega alle politiche abitative) – per adottare progetti più individualizzati”. Per il 2014 dovrebbero arrivare al Comune 700mila euro, cifra confermata anche per il 2015. “Quella di utilizzare queste risorse per rimettere in circolo degli alloggi sfitti sul territorio, è una proposta che stiamo vagliando, così come altre” continua il vicesindaco. “Di certo rimaniamo fedeli allo stile di questa amministrazione di non consumare altro territorio, ma di utilizzare quanto già esiste”.

 

A breve ci sarà anche un incontro con i rappresentanti dei proprietari immobiliari: quanto saranno disposti a cedere i loro beni sfitti ad un canone più basso? Difficile per Lisi essere ottimisti “finche non si riuscirà a comprendere che il tema della casa non è solamente un concetto economico”. Altro problema: i proprietari chiedono garanzie: e se poi l’inquilino non paga? “Noi stiamo lavorando per dar loro questa garanzia, ma se i proprietari vogliono ricavare il massimo profitto da un appartamento, una soluzione continuerà ad essere difficile”. Anche il canone concordato, concertato tra il Comune e le associazioni dei proprietari ed inquilini in cambio di agevolazioni fiscali (fino al 40%) non decolla. Che fare? “I parametri del canone concordato, a Rimini, sono troppo alti. Faccio un esempio: anche se un proprietario fosse sensibile e disposto ad abbassare il canone per un alloggio – poniamo – di 120 mq a 300 euro al mese, non potrebbe farlo perché questo valore non risponderebbe al parametro minimo di locazione previsto”. Solo una norma nazionale potrebbe cambiare lo status quo, ma a livello territoriale, intanto, qualcosa si potrebbe comunque fare, assicura Lisi. Anche di questo si discuterà al prossimo incontro con le associazioni dei proprietari.

 

Alessandra Leardini – settimanale IlPonte