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Cultura Rimini

Si è spento a 76 anni l'intellettuale Cesare Padovani

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 18 ott 2014 15:20 ~ ultimo agg. 19 ott 22:07
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Si è spento nella notte a 76 anni Cesare Padovani, importante figura di intellettuale e saggista riminese, “greco mancato”, attento ai temi dell’handicap che viveva direttamente, amico di Pier Paolo Pasolini e apprezzato autore di aforismi. A nome dell’Amministrazione Comunale, arriva il ricordo del sindaco Andrea Gnassi.

“Un vuoto che lascia attoniti increduli al pensiero che non potrai più sentire la sua voce, l’ironia con cui ti avvolgeva, la profondità delle sue analisi.  Certo rimarrà la sua opera, l’originalità della sua ricerca, il ricordo visivo del suo sulky parcheggiato di fianco allo Souvenir in piazzale Boscovich e, prima ancora, negli anni ’70 a fianco della “cappelletta” di piazza Tre Martiri.

Con Cesare se n’è andato un riminese, anche se a lui, veneto di nascita, sarebbe piaciuto avere origini greche, come non ha mai mancato di scrivere nelle note biografiche che accompagnavano i suoi lavori. Ed è proprio alla Grecia, giusto un anno fa nelle sale antiche della Biblioteca, che con la presentazione di “PAFLASMÓS, viaggio nell’anima della Grecia” avemmo l’occasione di discutere attorno all’opera che raccoglieva trent’anni di viaggi, “un’avventura acustica – come lui stesso scrisse – per capire ed essere più greco dei greci”.

Ma la sua vita lo ha sempre ricondotto qui tra noi, ed in fondo anche quell’avventura lontana aveva a che fare con la città, con Rimini, perché quell’onda che si infrange sulla battigia, di cui raccontava con la sua prosa, aveva lo stesso rumore e odore di quella che si spegne qui sulla nostra spiaggia, nella sua città dove ieri sera si è spento.

Perché la propria città non è dove si nasce, ma dove sono le tue radici, quell’insieme di persone, cose, luoghi e sentimenti che ti fa sentire in armonia nel luogo. Cesare Padovani è stato tra i protagonisti di una irripetibile stagione artistica e intellettuale della nostra città. Mai banale, credeva nello spirito critico e nella capacità dello sguardo di andare oltre alla superficie delle cose. Ha contribuito a leggere Rimini in una chiave più profonda degli stereotipi e ha dato della figura dell’intellettuale una dimensione modernissima, fuori da qualsiasi organicità o vicinanza a chicchessia ma nel mondo e insieme al mondo per cambiarlo in meglio. Oggi, nel Paese, mancano uomini come Cesare Padovani, figli di quel ‘secolo breve’ che nonostante tutto portava con sé la tensione per un salto in avanti delle persone, delle città.

La sua eredità è questa: non chiedersi, non isolarsi, non giudicare dall’alto, ma lasciarsi contaminare dalle cose della quotidianità, cercando semmai di guardarle con occhi e spirito fuori dall’ordinario. Perché in questo scarto sta la storia dell’uomo. A Maria Giovanna, che lo ha sempre seguito con premura e intenso affetto, un abbraccio e la vicinanza mia e dell’intera città di Rimini.

Ciao Cesare, grazie per tutto quello che hai fatto e grazie perché sei stato uno dei pochi che riusciva a farti sentire il bene che portavi. Quell’ironia sottile, raffinata, capace di sorridere anche delle proprie difficoltà e nello stesso tempo lo strumento del bene profondo verso la vita e verso la persona che avevi davanti.”

Cesare Padovani è nato nel 1938 Verona ma da oltre mezzo secolo ha vissuto a Rimini, dove ha insegnato Lettere alle Superiori. Laureato a Bologna con una tesi sulla Poetica di P.P.Pasolini, l’amico con cui ha avuto corrispondenza epistolare, è stato incaricato alle Università di Urbino e di Padova, producendo saggi e pubblicazioni di vario interesse. Tra le più significative, La speranza handicappata (1974), Handicap e sesso: omissis (1982), e di recente A partire da Ippocrate (2000). Sull’attualità dei miti aveva condotto nell’ultimo periodo parecchi seminari e conferenze.