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Politica Rimini

Sbloccare e progettare una nuova città. Sabato un incontro

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 19 ott 2014 11:24 ~ ultimo agg. 18 ott 16:45
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Un incontro per trovare la strada per far uscire dallo stallo urbanistico Rimini dopo anni anni di eccesso di pianificazione che hanno portato più scartoffie che risultati. Prendendoil teatro Gali come vicenda emblematica. L’appuntamento, promosso dal centro culturale Dreamini,  è per sabato 25 ottobre alle ore 11 a Rimini, all’hotel Savoia, lungomare Murri 13.

Interverranno l’architetto Marino Bonizzato, che fa parte del team vincitore del concorso per il Teatro Galli , l’architetto Alessandro Franco, co-progettista dei concorsi dello Stadio del Nuoto e del recupero dell’ ex-fornace di Riccione, lo studio GGA, che porterà alcuni esempi di riqualificazione funzionale, e l’architetto Claudio Masini, co-vincitore del concorso per il ponte di Tiberio.

Con loro Claudio Marcella (Gecos), impegnato nel project financing della torre sul piazzale Kennedy progettata dall’inglese Norman Foster archiviato dall’Amministrazione Comunale.

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L’introduzione trasmessa dagli organizzatori:

Progettare una nuova città è il tema d’un incontro pubblico organizzato dal centro culturale Dreamini che, dopo le proposte di privatizzazione del settore fieristico-congressuale, intende occuparsi del problema del rilancio dell’edilizia, all’interno d’una città ferma ormai da tempo per eccesso di pianificazione. Eccesso che la sta avvitando nella spirale perversa d’un inarrestabile declino. Fatto sta che a Rimini è la burocrazia a farla da padrona, bloccando il settore con interminabili e dispendiosi iter procedurali finalizzati più a dirigisticamente controllare che a promuovere lo sviluppo. In un quadro, oltretutto, in cui le funzioni dell’ente pubblico (Comune, Provincia, Regione, ma anche Sovrintendenza ed Enti vari) si sono appesantite in questi anni in maniera abnorme. Tale situazione, in un contesto di grave crisi economica, ha portato alla paralisi del settore, in forma di giacenza perpetua nei cassetti di tutti i progetti realizzabili. L’esempio più clamoroso è quello del teatro Galli, rivelatosi col passar del tempo sempre più oneroso e neppur più adeguato ai bisogni della città, con costi e tempi che, come al solito, saranno i cittadini a dover pagare.
All’assemblea sono stati invitati semplici cittadini, amministratori e professionisti, non per l’ennesima analisi critica e/o geremiade qualunquista, ma per individuare una strada d’uscita dallo stallo.