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Quegli stop da risparmiarci

Chissà come deve sembrare da fuori. Un aeroporto che viaggiava brillantemente verso il milione di passeggeri, nel giro di tre anni si ritrova a zero. Perché questi saranno i passeggeri in transito nelle prossime settimane, salvo colpi di scena da non escludere in una vicenda dove una settimana si festeggia lo scampato pericolo e quella dopo si scopre che il pericolo non è mica un pericolo ma triste realtà.

Si poteva evitare questo stop? E quanto ci vorrà perché il Fellini abbia un gestore pienamente operativo? Le mettiamo insieme alle altre domande a cui abbiamo ormai capito che è troppo chiedere risposta. Come funzionano i ragionamenti di Enac, al di là di note stampa di cortesia dove l’ente “si rammarica” di dover dare una mazzata al territorio riminese “nonostante l’encomiabile impegno del Prefetto di Rimini, Claudio Palomba”, ormai il nostro don Chisciotte contro i mulini a vento? E chi c’è dietro Air Riminum? Perché di una cordata che porta il nome di Rimini i riminesi non possono sapere nulla?

In attesa di poter essere ammessi a qualche risposta che non siano rumours di corridoio chiediamo giusto una cosa. Una sciocchezza insignificante rispetto ai problemi che si prospettano allo stato attuale per i lavoratori e il territorio, ma comunque un favore simbolico. Per tutto il periodo – auspichiamo breve – in cui il Fellini resterà chiuso, non si può spegnere anche quel semaforo lì davanti sulla Statale? Mettersi in coda per colpa un aeroporto “fantasma” suona un po’ come una beffa. Almeno quello, di stop, risparmiatecelo.