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Nazionale Rimini Social

Da Perugia Assisi per dire no a tutte le guerre

di Stefano Rossini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 20 ott 2014 15:45 ~ ultimo agg. 22 ott 17:00
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“Il problema più grave non è solo chi fa il male, ma quanti guardano e lasciano fare”: in queste parole di Don Luigi Ciotti c’è tutto il senso della Marcia per la Pace Perugia Assisi che si è svolta ieri, domenica 19 ottobre 2014.

Le stime parlano di più di 100mila persone. E’ impossibile dare un numero preciso, ma rimane un dato sicuro: che migliaia e migliaia di persone sono venute a Perugia da tutta Italia per camminare e lanciare un messaggio: no alla guerra. Un gesto, è vero. Simbolico, è vero, ma anche reale, chiaro, diretto: il no a tutte le guerre e le ingiustizie. Quelle con le armi, ma anche, come dice padre Alex Zanotelli, quelle contro i poveri, fatte tutti i giorni. E quelle delle mafie, della precarietà, e tante ancora.

Centomila persone che vengono da tutta Italia, a loro spese, svegliandosi la mattina presto, organizzandosi con pullman, macchine, treni, in ogni modo, semplicemente per esserci e lanciare il proprio grido contro una guerra continua ma frammentata in decine di paesi per il mondo. Anche Rimini ha fatto la sua parte, dalle città della provincia sono partiti ben 9 pullman, più tutti quelli che si sono organizzati da soli con macchine e pulmini. I partecipanti sono venuti da 526 città, coinvolgendo 97 province e tutte le regioni. Tra i presenti anche politici, tra cui la presidente della Camera Laura Boldrini, che ha ricordato come per molte persone oggi la pace sia un privilegio, il sindaco di Assisi Claudio Ricci e la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. numerosi rappresentanti di Enti Locali, più di117 scuole e quasi 500 associazioni.

In piazza San Francesco ad Assisi, la Marcia ha ricordato il centenario dalla prima guerra mondiale facendo sfilare i 100 anni di questo secolo di guerre, con la speranza di chiuderlo ed aprire un secolo di pace, fatto di partecipazione, inclusione e responsabilità. A fine della calda giornata, verso le 5, il corteo si è sciolto e le persone hanno ripreso la strada di casa, portando con sé parole e ricordi e la volontà di continuare questo cammino in ogni città, affinché la marcia non rimanga solo un bel giorno di festa e nulla più.