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Frontiere senza frontiere

di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 31 ott 2014 15:31 ~ ultimo agg. 1 nov 15:15
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Premessa: non vuol essere né una crociata moralizzatrice fuori tempo massimo né un’equiparazione tra il contagio di un pericoloso virus e una disinvolta contaminazione “culturale”. Però i modi differenti in cui gestiamo le nostre frontiere rispetto agli agenti esterni una qualche riflessione la suscita.

Con l’ebola si stanno doverosamente rinforzando i controlli negli aeroporti per rispondere alle preoccupazioni sul rischio che anche nel nostro paese possano esserci casi di contagio. Preoccupazioni legittime, alimentate anche da un politichese che alla domanda “da noi c’è il rischio ebola?” non risponde mai con un “no” deciso, ma indugia in perifrasi e digressioni. Preoccupazioni a volte però non suffragate da basi scientifiche e che portano a casi limite come il caso di quei genitori di Fiumicino che hanno fatto pressioni contro il ritorno all’asilo di una bimba rientrata dall’Africa, benché controllata e da un paese neanche considerato a rischio.

E’ che – è naturale – quando ci sono di mezzo i nostri figli ci preoccupiamo più che per noi stessi. Curioso però che da queste preoccupazioni di frontiera sia esclusa la parte formativa dei nostri ragazzi, come se poco o niente abbia a che fare con la loro persona. Quando Halloween è venuto a bussare nel nostro paese ha trovato la porta aperta e nessuno a chiedergli i documenti né che intenzioni avesse. Nei questionari sugli aerei per l’America, almeno lo chiedono che intenzioni uno ha.

E non diamo la responsabilità a internet e ai social network: quando Halloween ha cominciato a prendere piede in Italia al massimo usavamo gli sms. Fatto sta che a forza di “ma che male c’è?” oggi succede che a organizzare feste di Halloween siano le stesse istituzioni pubbliche, mentre il compito di spiegare ai ragazzi il significato della Festa dei Santi e della Ricorrenza dei Defunti è delegato ai genitori. Quelli che ne hanno voglia, perché se i ragazzi si divertono e sono disposti a fare la fila per entrare alle feste di Halloween perché complicargli e complicarci la vita? Ripeto, i casi sono ben diversi: l’ebola spaventa, mostri e mostriciattoli di Halloween ormai sono sdoganati (anche perché, come detto, alla dogana non c’era nessuno). Ma lasciano un po’ perplessi gli atteggiamenti opposti: da una parte la quarantena, dall’altra l’indifferenza.
Giusto adottare ogni misura per la nostra protezione sanitaria. Ma che la nostra cultura e le nostre tradizioni non meritino neanche un’occhiata nei confronti di chi viene a soppiantarle lascia l’amaro in bocca. Anche se è la festa del “dolcetto”.