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Economia Rimini

Fondazione Carim, nel 2015 per il terriorio 1,9 milioni

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 29 ott 2014 19:41 ~ ultimo agg. 31 ott 10:01
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Il Consiglio Generale della Fondazione Carim ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale che prevede investimenti per 1,9 milioni nel 2015. I settori interessati sono quelli della Cultura, dell’Educazione, degli Anziani, del Volontariato, dello Sviluppo.

Nella ripartizione dello stanziamento si è tenuto conto dei bisogni prevalenti: alla macro area sociale (Educazione, Anziani, Volontariato) è stato assegnato il 72,63% delle risorse, per rispondere alle tante emergenze in questo settore, come disagio sociale e giovanile, nuove povertà, disoccupazione.

La Fondazione – svolgendo in questo, ricorda una nota, un ruolo pressoché unico – continuerà a garantire alcuni prioritari interventi che rivestono specifico rilievo per la comunità locale.

Tra questi, la gestione di Castel Sismondo a Rimini, fulcro di eventi e manifestazioni; il sostegno al Campus di Rimini dell’Università di Bologna, attraverso la società di gestione Uni.Rimini, di cui la Fondazione è azionista di maggioranza; la gestione del servizio di assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti, che si rivela sempre più prezioso in un contesto di contenimento delle politiche sociali; la partecipazione al percorso del Piano Strategico di Rimini e del suo territorio; l’impegno per la business plan competition ‘Nuove idee, nuove imprese’ volta a stimolare start up e cultura imprenditoriale.

A questi si aggiungerà nel 2015 il progetto di realizzazione di un incubatore d’impresa, che troverà sede in Palazzo Buonadrata, vocato ai servizi per il turismo, con l’obiettivo di offrire un apporto rilevante sul piano dell’innovazione.

“L’area riminese – sottolinea il Vicepresidente della Fondazione, Leonardo Cagnolista attraversando una situazione delicata e critica. Ai perduranti e gravi effetti della crisi economica, e di alcuni settori in particolare, si è aggiunto un graduale processo di de-infrastrutturazione istituzionale e sociale che rischia di indebolire ancor più il nostro territorio. La Fondazione rimane un presidio importante per le comunità locali e le loro istanze”.

La Fondazione intende far notare la particolare penalizzazione di cui le Fondazioni bancarie sono fatte oggetto dal punto di vista fiscale. La Legge di stabilità presentata di recente dal Governo, ad esempio, prevede un aumento rilevante della tassazione sui dividendi incassati dagli enti non commerciali. L’Associazione nazionale delle Fondazioni (Acri) calcola che negli ultimi quattro anni la fiscalità gravante sulle Fondazioni bancarie si sia più che triplicata, passando da 100 a 360 milioni di euro all’anno.
“Ogni euro in più di tasse è un euro in meno distribuito al territorio” – sottolinea Cagnoli. “Non stiamo parlando di società commerciali o con fini di lucro, ma di soggetti che riversano direttamente sulle comunità locali le risorse che ottengono dall’impiego del loro patrimonio. In sostanza, spremere le Fondazioni significa costringerle ad erogare di meno sottraendo, quindi, ulteriori risorse ai territori locali”.
Per questo l’Acri ha annunciato iniziative per richiedere la modifica di quanto previsto nella Legge di stabilità al vaglio del Parlamento.

Quasi 100 mila euro saranno destinati dalla Fondazione nel 2015 al Fondo speciale per il Volontariato ed alla Fondazione con il Sud, secondo le normative e gli accordi nazionali di settore vigenti.