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Rimini Vita della Chiesa

Anno Marvelliano. L'inizio con la messa

In foto: Alberto Marvelli
Alberto Marvelli
di Simona Mulazzani   
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lun 6 ott 2014 13:53 ~ ultimo agg. 7 ott 12:49
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Gli occhi che sorridono e la bici sempre inforcata. Monsignor Mansueto Bianchi, assistente nazionale di Ac, sceglie due aspetti incisivi e decisivi della vita di Alberto Marvelli per raccontarlo nell’anniversario della scomparsa che coincide con l’inizio ufficiale dell’anno Marvelliano, anno giubilare per volontà di Papa Francesco.

Gli occhi sorridenti e la bici sono due cifre della santità di Alberto – spiega Mons Mansueto Bianchi, assistente nazionale AC ai microfoni di IcaroTV -. Attraverso gli occhi si può leggere la vita interiore di Alberto. Lo sguardo è quello che brilla dell’amore di Dio e si volge verso la gente. Con quegli occhi Alberto guardava la Rimini distrutta dalla guerra, le sofferenze della popolazione. Non erano occhi che guardavano sopra le nuvole, ma ancorati alla vita. La bicicletta è la compagna inseparabile di Alberto. Mi colpisce perché è un mezzo profondamente laico, non è consueto vedere preti, frati e suore in bici. E poi la bicicletta dice il cammino di questo giovane. La ricostruzione di Rimini nel dopo guerra passa per quel volto, per quelle mani, è legata a quella bicicletta”

La chiesa di Sant’Agostino per la messa è affollata. Il vescovo Francesco affida la diocesi al beato riminese, con una preghiera sulla tomba. E continua la bella tradizione di scrivere ad Alberto, declinando le beatitudini: quest’anno risuona beati i puri di cuore, purezza che Marvelli ha incarnato. La purezza scrive il vescovo è cosa del cuore, è tutta questione di amore. E sogna per Rimini una scuola per imparare l’arte di amare. Prima dell’inizio il vescovo e il vicario generale avevano incontrato i presidenti parrocchiali di Azione Cattolica per consegnare il mandato per il nuovo anno pastorale.

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