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MyRimini e la foto di una Moschea

In foto: Moschea di Rimini
Moschea di Rimini
di Stefano Rossini   
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
lun 29 set 2014 12:10 ~ ultimo agg. 1 ott 12:13
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Dall’inizio di agosto, il comune ha lanciato un progetto molto interessante: MyRimini. Per una settimana ci si può proporre come “fotografi ufficiali” del Comune e raccontare la città attraverso alcuni scatti che poi saranno pubblicati sul profilo instagram e sulla pagina facebook del Comune di Rimini.

Fin qui tutto bene. MyRimini prosegue settimana dopo settimana nelle mani di ragazzi e giovani per lo più che portano in primo piano gli scorci suggestivi della città. Scene del passato, i monumenti, quadri pittoreschi con tramonti, mare, spiaggia e quello che della città fa parte dell’immaginario collettivo.

Moschea di RiminiPoi, la scorsa settimana, Silvia Sanchini, giornalista di RiminiSocial, decide di raccontare la città da un punto di vista anomalo, diverso, sociale anche. Tra i tanti scatti che realizza durante la settimana e che mettono in mostra scene del festival francescano, le targhe dei migranti riminesi nelle case del borgo, i luoghi dell’accoglienza della città, arriva anche l’immagine della Moschea di Rimini. Il Centro islamico Al Tawhid, in Corso Giovanni XXIII, tra la stazione e il centro storico, si trova proprio nel quartiere più densamente popolato da persone di origine straniera. Tante le botteghe, gli alimentari, i negozi gestiti da bengalesi, nordafricani, cinesi e indiani. Anche la scuola elementare Ferrari è diventata negli anni un polo che accoglie e integra bambini riminesi originari di culture diverse.

 

In un clima infuocato da polemiche continue, e da associazioni superficiali che legano in modo indissolubile qualsiasi fedele mussulmano alla violenza, e qualsiasi straniero sul suolo italiano come un’offesa all’italico onore e un tentativo di dare ciò che spetta agli italiani agli stranieri, la foto ha creato un gran polverone.

Basta ricopiare qualche commento postato dagil utenti di facebook nella pagina del Comune per rendersi conto di quale sia la percezione della situazione.

 

Un utente, Silvia, scrive: Qui michela non si tratta di razzismo…si tratta che gli italiani sono stanchi…forse ne abbiamo viste troppe…il nostro paese va a rotoli…e qua si tutelano sempre e solo gli altri…vedi l’operazione mare nostrum….quando avremo lavoro x tutti…una sanità garantista…e un pil accettabile…x me pure 10 moschee possono costruire….ma non mi sembra il nostro caso!!!

Giacomo rilancia: Basta queste moschee! Che roba è? Adesso con questo fatto dell’ISIS quanti imam predicanti dentro questi luoghi di culto inculcano nelle mente di questi musulcani di andare a uccidere per il volere di Allah, di farsi esplodere nei centri affollati ecc?

Lele: I tagliatori di teste pubblicizzati dal comune andem ben

Giancarlo: Sono d’accordo ci stanno islamizzando con fregnacce religiose. Vai ad aprire una chiesa a jeddah e poi ne riparliamo. Creduloni solidali!!!

Maurizio: Parliamo invece delle esigenze primarie degli italiani che pagano le tasse, non fanno abusivismo commerciale e che magari hanno perso il lavoro e a fatica sbarcano il lunario. Sono stanco di vedere messe in primo piano solo le esigenze degli immigrati .

E così via, i commenti si alternano sui alcuni temi cardine: che l’Italia si occupi prima degli italiani e che gli immigrati ricevono tutto senza fare niente, che l’islam è violento e c’è un tentativo di islamizzazione, e infine che se qualcuno provasse ad aprire una chiesa nei loro paesi farebbe una brutta fine.

Ancora una volta, su Facebook, viene fuori tutto il livore e il malessere accumulato in anni di urla e di politica cialtrona. Nonostante le decine di smentite delle varie bufale sugli immigrati che prendono soldi senza far niente, nonostante l’Italia rischi mille cose tranne l’islamizzazione, nonostante la crisi acuisca i problemi e i sentimenti peggiori delle persone, nonostante il cristianesimo che queste persone difendono a spada tratta dimentichi proprio l’accoglienza e la fratellanza, nonostante tutto, insomma, certi atteggiamenti e pensieri sono duri a morire.

 

salvini stop invasioneSi sente chiara l’eco delle parole della politica. Solo ieri, domenica 28, in una trasmissione televisiva, per l’ennesima volta Matteo Salvini (che campeggia in locandine con scritto STOP INVASIONE) ribadiva che: “L’Italia è stufa, non ne può più di immigrati che sbarcano a 2000 al giorno e non si sa dove mettere. […] Abbiamo più di 4 milioni di Italiani senza lavoro, senza casa, che non sanno come andare avanti. Io voglio prima occuparmi di loro, dare i soldi a loro, curare loro, i disoccupati, i pensionati, i cassaintegrati, gli sfollati. preferisco portarlo a loro il cornetto che non agli immigrati”.
Le parole sono importanti. E’ pericoloso lanciare slogan che parlano di invasione (che non c’è), furto di lavoro (che non c’è), e soldi tolti agli italiani per essere dati agli immigrati (che non è vero).
E dall’altra parte sbaglia anche una politica buonista che finge che i problemi non esistano, perché comunque l’integrazione non è un processo facile ed immediato. Ma è necessario, non si torna indietro, quindi tanto vale trasformarlo in ricchezza, in opportunità (cosa che, comunque, in larga parte già avviene e funziona. A 100 metri dalla moschea, nella scuola elementare, classi miste crescono assieme e creano legami, amicizie e nuovi modelli di cultura).

Ma stiamo divagando. Vale la pena ascoltare la risposta di Silvia Sanchini, che ha fatto la foto e che si aspettava proprio una reazione simile.

 

Una semplice foto alla Moschea di Rimini che ho pubblicato nell’ambito del progetto “MyRimini, racconta la nostra città” per il Comune di Rimini ha suscitato decine di commenti, polemiche, insulti. Questo mi ha fatto male, ma un po’ me lo aspettavo e comunque spero che sia servita in ogni caso a far riflettere e non solo per scaricare rabbia e frustrazioni.
Qui trovate la fotografia
E qui la mia risposta ai commenti:
Come autrice della foto che ha suscitato tante opinioni e tanti commenti, mi permetto non tanto di rispondere a tutti (sarebbe impossibile e non voglio entrare nel merito di punti di vista tanto differenti) ma di esprimere qualche considerazione.
Mi fa sorridere che tante foto che abbiamo condiviso nell’ambito del progetto “MyRimini” che offrivano spunti di riflessione sociale e culturale importanti non siano state considerate, mentre questa foto abbia scatenato subito un tale polverone. Questo comunque dimostra che, nel bene e nel male, su questo tema c’è attenzione e vale la pena rifletterci insieme.
Le obiezioni alla foto, sostanzialmente, si riassumono in due considerazioni: la prima è che la libertà religiosa che offre l’Occidente non sarebbe possibile nei paesi musulmani (“Provate a costruire una Chiesa da loro…e vediamo cosa accade…”), la seconda è che lo Stato e l’Amministrazione comunale dovrebbero prendersi cura prima dei cittadini italiani e dei loro problemi e, solo in un secondo tempo eventualmente, degli stranieri.

 

Per quanto riguarda la prima affermazione, è già confutata dai fatti: in tanti hanno ben documentato il gran numero di Chiese cristiane presenti in Medio Oriente e nei paesi musulmani, una tradizione più che millenaria.
Sul secondo aspetto, più delicato, posso solo dire che parlare di cittadini musulmani non equivale a parlare di stranieri (anzi, tanti di loro sono cittadini italiani!) e che il tema dell’accoglienza è davvero complesso e merita una attenzione politica molto forte, ma la maggior parte dei luoghi comuni sui presunti favoritismi agli stranieri da parte dello Stato sono, appunto, teorie non confutate dalla prassi, notizie che si diffondono in modo virale sul web e creano solo allarmismo e disinformazione. Quindi prima di indignarsi cerchiamo di leggere, confrontare opinioni, informarci.

 

Ho definito il quartiere di Borgo Marina controverso perché sono consapevole che sia una zona a forte rischio per episodi di devianza e degrado che l’hanno contraddistinta, per il problema del sovraffollamento negli appartamenti e così via. Quando puntiamo il dito generalizzando però non dimentichiamo anche le responsabilità nostre e di tanti nostri concittadini e connazionali su questi temi.
Evasione fiscale, appartamenti sovraffollati, vendita di merce contraffatta, abusivismo e – aggiungo – prostituzione (soprattutto minorile) e sfruttamento sono piaghe sulle quali anche noi italiani abbiamo enormi responsabilità. Nessuno dice niente sul fatto che la maggior parte dei clienti delle baby prostitute siano italiani, sposati e liberi professionisti?

 

Io posso solo dire questo: da credente sono profondamente felice che nel mio Paese e nella mia città ognuno sia libero di professare la propria fede e di avere un luogo dove ritrovarsi per pregare con la propria comunità.
Da cittadina sono convinta che la democrazia e il pluralismo culturale e religioso siano un valore (sancito anche dalla nostra Costituzione) a cui non dobbiamo mai, per alcun motivo, rinunciare.
Da educatrice, infine, posso dire che l’incontro con tanti giovani stranieri e musulmani mi ha aiutato a superare pregiudizi e l’inutile dualismo noi/loro, mi ha arricchito profondamente, ha reso la mia vita più bella. E mi dispiace per chi si preclude questa possibilità e mortifica la sua curiosità.

 

Un’ultima, importantissima, precisazione: l’obiettivo del progetto “MyRimini” è quello di raccontare la nostra città e documentarne ogni aspetto, dal nostro specifico punto di vista. Non siamo fotografi professionisti ma solo persone che hanno scelto di mettersi in gioco e divertirsi. Niente di più.
L’Amministrazione Comunale, che mi ha offerto questa opportunità, e i responsabili del progetto che qui, pubblicamente, ringrazio moltissimo, non hanno alcuna responsabilità sulla scelte delle immagini e quindi spettano a me tutte le critiche e le lamentele e mi scuso se ho offeso la sensibilità di qualcuno, ma pubblicherei nuovamente anche oggi quell’immagine e spero comunque che sia servita alla riflessione e al dibattito. Grazie per la vostra attenzione!

(Silvia Sanchini)

 

 

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