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Cronaca Riccione

Violenza in famiglia. Tre uomini denunciati per maltrattamenti su compagne

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ven 27 giu 2014 13:52 ~ ultimo agg. 00:00
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E’ stato un controllo casuale al conto corrente aperto per comprarsi la casa che una donna ha scoperto che il marito, un 41enne di riccione, aveva dilapidato 100mila euro del loro patrimonio per giocarseli in sale scommesse. Di li a poco anche i creditori hanno cominciato a bussare alla porta della loro casa riccionese e la relazione tra i due è diventata sempre più difficile con la la moglie costretta a subire per un anno maltrattamenti e insulti, anche davanti ai figli. E’ stato solo dopo una lite violenta con percosse che la donna è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso e ha deciso di chiedere l’intervento dei carabinieri.
Un marito geloso e violento è anche protagonista della seconda storia, venuta alla luce sempre a Riccione. L’uomo, un 41enne cesenate, controllava la moglie, la insultava davanti ai figli tanto che lei, una 40enne bolognese qualche mese fa ha deciso di lasciarlo. Ma lui non si è arreso e ha cominciato a corteggiarla, ma al rifiuto netto della donna, il corteggiamento è diventato persecuzione. La seguiva mentre correva in spiaggia, la chiamava giorno e notte, controllava sui social network dove si trovava e con chi era, tanto da farle temere per la sua incolumità. Per lui è scattato un divieto di avvicinamento.
Il terzo caso è stato scoperto a Saludecio. Anche qui una relazione tormentata, sin dal primo anno di matrimonio, tra una 26enne e un 43enne entrambi del posto. Lo scorso anno, dopo ripetuti maltrattamenti, lei ha deciso di lasciarlo, e lui è diventato furioso, l’ha colpita alla testa, l’ha chiusa in camera, fino ad arrivare a puntarle un coltello alla gola. Non pago in un’altra occasione l’ha presa a calci e pugni e l’ha buttata fuori di casa in piena notte, per poi costringerla a tornare i casa tirandola per i capelli, alla minaccia della donna di andare dai carabinieri. Ad intervenire in questo caso alcuni vicini. In tutti e tre i casi infatti le vittime non hanno avuto la forza di rivolgersi subito alle forze dell’ordine.