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Giro Nonni. Non di solo pane vive l'uomo

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mer 6 mar 2013 21:47 ~ ultimo agg. 00:00
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Tutti lo conoscono come il Giro nonni, un servizio svolto in convenzione con il Comune di Rimini e l’Associazione Madonna della Carità, rivolto ad una quarantina di anziani della nostra città, non in grado di provvedere autonomamente alla preparazione del pranzo e della cena, e non solo…

Oltre il cibo
Infatti, oltre ad occuparsi della distribuzione dei pasti, i volontari collaborano anche alla loro preparazione che avviene in base a menù personalizzati che tengono conto delle condizioni di salute e delle esigenze dietetiche di ciascun assistito. Il giro nonni prosegue poi con le visite pomeridiane, quando i volontari tornano alle loro case per aiutare nelle faccende domestiche o per fare una partitina a carte, oppure li accompagnano a fare una passeggiata o una visita al cimitero. O anche semplicemente, per fare due chiacchiere, per ascoltare le loro storie, per accogliere il loro bisogno di sentirsi ancora importanti e amati. D’altra parte, per molti anziani si tratta dell’unica occasione di incontro che hanno nel corso della giornata per cui il Giro nonni non può risolversi in una frettolosa erogazione del servizio, ma deve lasciare grande spazio alla comunicazione interpersonale.
Tra racconti, sorrisi e ringraziamenti, poco alla volta si viene a creare un rapporto quasi affettivo tra i vecchi nonni e questi nuovi nipoti: un rapporto che resta nel tempo e che coinvolge anche altre strutture della Caritas.

Il rapporto con i volontari e con la Caritas
Per Natale, i bambini del centro educativo preparano letterine di auguri, oppure confezionano rametti di ulivo benedetto da consegnare agli anziani la domenica della Palme.
Il Giro nonni è un servizio svolto dalla Caritas in stretta integrazione con il territorio. A partire dai rapporti coi parroci, cui vengono segnalate le situazioni degli anziani soli nell’ambito delle rispettive parrocchie. Fondamentale è poi la collaborazione con le assistenti sociali e lo scambio continuo di informazioni per l’aggiornamento dei casi seguiti. Per i volontari del Giro nonni, nel corso dell’anno, vengono poi organizzati percorsi di formazione, tenuti da esperti del settore socio assistenziale in modo da rendere il servizio sempre più qualificato e creativo.
Perché per essere utili, bisogna anche essere capaci.

L’esperienza di Chiara e Nicolò
Nicolò e Chiara, sono due ragazzi di 22 anni, studenti universitari della Facoltà di lingue, che hanno scelto di svolgere un servizio di volontariato presso la Caritas Diocesana, impegnandosi nel Giro nonni. Li abbiamo incontrati e ci hanno raccontato la loro esperienza.

Chiara, Nicolò, voi siete molto giovani, come avete saputo che si poteva fare il Giro nonni?
“Siamo venuti a conoscenza di questo servizio da una nostra amica che lo fa da tempo con molta gratificazione personale. Anche per noi si tratta di un’esperienza molto bella. Stare a contatto con gli anziani ci mette a conoscenza di un mondo molto diverso dal nostro ed è fonte di grande arricchimento”.
Ma voi non portate solo pasti…
“No. Oltre alla consegna dei pasti, il nostro servizio prevede anche visite pomeridiane e, per gli anziani, questi momenti d’incontro sono molto importanti perché, vivendo da soli, non hanno troppe opportunità di stare in compagnia e chiacchierare con qualcuno. Per noi si tratta di un’occasione di crescita personale: il loro bagaglio di esperienze, le loro storie, a volte divertenti, spesso dolorose, la loro saggezza costituiscono per noi un’attrezzatura importante per affrontare il nostro viaggio nella vita”.
Qual è la cosa che sino a questo momento vi ha colpito di più?
“Senz’altro la gioia dei nonni quando li andiamo a trovare. Una gioia che tradisce una grande solitudine ma che testimonia anche un loro profondo bisogno di sentirsi ancora amati, capaci di donare qualcosa agli altri, condividendo ciò che hanno ricevuto dalla vita. È sempre un grande momento di gioia anche per noi”.
Che cosa vi sta dando questa esperienza?
“La consapevolezza che la persona umana è fatta per la vita di relazione e che nessuno dovrebbe mai trovarsi a vivere in condizioni di solitudine. Abbiamo anche sperimentato che ognuno di noi, donando un po’ del proprio tempo, semplicemente mettendosi in ascolto e al servizio dell’altro, può regalare un po’ di luce alle giornate di chi vive solo. È una esperienza che costa poco e da cui si riceve molto.

Prima ero sola, indifesa come un passerotto
Quando per la prima volta sono venuti a trovarmi i volontari della Caritas, li ho subito accolti con baci e abbracci perchè è stato come l’arrivo della primavera dopo l’inverno. Questi amici sono un dono del cielo per me così sola come un passerotto. Quando vengono faccio in modo che ci sia anche mia figlia e preparo la merenda per tutta la mia nuova famiglia. Queste visite mi hanno fatto tornare il sorriso scomparso dopo la morte del marito. Ho trovato dei nuovi nipoti ai quali raccontare di quando ero giovane e facevo la stilista e vendevo i capi che disegnavo; insieme a loro sono tornata ad ascoltare le canzoni del “mio” Domenico Modugno.
Io sono stata molto fortunata a trovare questi amici; tempo fa ci si aiutava a vicenda con piccoli gesti, non si aveva la paura di aprire a chi suonava alla porta e non ci si preoccupava di aver chiuso il portone di casa con doppio giro di chiave. Adesso molti anziani si trovano a disagio perchè non vengono aiutati da nessuno e non hanno più amici e affetti. Mi sembra che oggi si pensi solo ai soldi e alla maniera migliore per accumularli anche a costo di calpestare gli altri.
Il dono gratuito della compagnia e della amicizia che mi fanno questi giovani mi riscalda il cuore e mi fa tornare la speranza che ancora il bene prevale sull’egoismo. Così quando in estate mi accompagnano al parco alla “mia panchina” io li presento a tutti e spero che ogni anziano solo possa ricevere lo stesso dono che ho ricevuto io.
(Sig.ra M.)

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