Indietro
menu
Rimini

Voto su fusione Hera-Acegas. Il Pd spiega i motivi dell'astensione

di    
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 12 ott 2012 14:15 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Spiega Emma Petitti: “Non è in discussione la maggioranza pubblica dell’azienda: Hera e Acegas resteranno pubbliche, non c’è nessun cedimento al mercato o privatizzazione. Questo è quello che ci hanno chiesto i cittadini”. Il segretario spiega poi come non ci sia contrasto fra la fusione e il referendum sull’acqua pubblica dello scorso anno. “Le fonti sono infatti tutte in mano pubblica, le reti sono di proprietà degli enti pubblici, mentre il soggetto che effettua la distribuzione, Hera, è e come detto resterà a maggioranza pubblica”.
“L’operazione” – dice ancora la Petitti – “presenta però anche criticità che riguardano non tanto il merito, quanto il metodo seguito e il rapporto fra azienda e territori.E’ vero infatti che il passaggio in Consiglio è arrivato dopo le scelte che sono state già compiute, e che da luglio ad oggi si sarebbe potuto avere un confronto più ampio e diffuso fra Hera e tutti gli stakeholder, le associazioni e i movimenti”.

Sulla stessa linea Alessandro Giorgetti. “Da una parte c’è l’importanza del progetto industriale che deriverà dalla fusione – dice – anche per i lavoratori, (come dimostrebbe il sì all’operazione da parte dei sindacati), dall’altra è importante la partecipazione locale alle scelte sugli investimenti.”

“Ciò che conta e che conterà sarà sicuramente un’attiva ed influente partecipazione locale per la determinazione degli investimenti sul territorio. Può essere fondato in questo senso il timore che con la fusione e con l’ingresso di Padova e Trieste nella nuova società, il peso dei Comuni venga ridotto proporzionalmente alla parcellizzazione delle quote” dice Giorgetti.
“Il progetto industriale presenta quindi punti di forza, soprattutto per l’occupazione, ma anche criticità per il possibile allontanamento dell’azienda e delle decisioni dai territori”.

Il consigliere comunale di Federazione della Sinistra Savio Galvani invece scrive sul voto: “Il valore politico del voto espresso nel Consiglio Comunale di Rimini riveste una particolare importanza perchè in democrazia tutti i voti sono utili e non possono essere cancellati dalla logica numerica dell’azionariato. Per questa ragione va stigmatizzato il forte segnale politico che, in questo modo, abbiamo trasmesso anche nelle relazioni interne al Patto di Sindacato”.