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Ric. pubblichiamo. L'on.. Sergio Pizzolante (PDL) sul messaggio del Vescovo

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mar 16 ott 2012 18:15 ~ ultimo agg. 00:00
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Il commento di Sergio Pizzolante:


Io laico ringrazio il Padre della Comunità Cattolica riminese. Come Papa Ratzinger, monsignor Lambiasi parla, ha parlato, a tutti noi laici e cattolici, credenti e non credenti.
Non si è trattato di una intromissione nella sfera politico-istituzionale e se anche lo fosse stata, benvenuta.
Questo non è un momento normale, non stiamo vivendo una qualsiasi crisi congiunturale, siamo di fronte al momento più difficile dell’era moderna e dell’Occidente e abbiamo bisogno di parole forti, non convenzionali, vere. È in atto una gigantesca capriola della storia, ci sono enormi spostamenti di ricchezza, di benessere, da Occidente ad Oriente, spesso dalle comunità democratiche ai paesi con regimi totalitari. Le democrazie, le civiltà occidentali, l’Europa, l’Italia, Rimini sono scosse nelle fondamenta delle proprie certezze centenarie, la parola futuro, come mai prima, è diventata sinonimo di paura. In questo contesto molti pensano che la classe politica sia inadeguata ad affrontare questo passaggio epocale. È così! Ma i problemi sono giganteschi, come mai prima. Chi è adeguato se agisce da solo? I tecnici non stanno dando una grande prova di governo. Lo sarà Grillo? Aspettiamo l’uomo della provvidenza? Si può solo distruggere senza costruire? Lambiasi dice no. La sua analisi, la sua visione, le critiche, il coraggio di affrontare questioni concrete, il turismo, lo sballo, dicono una cosa importante: è la comunità tutta che deve reagire e ogni reazione costruttiva è un’azione politica; lavoriamo insieme, assumiamoci tutti una responsabilità, facciamo, ognuno di noi, qualcosa in più rispetto a quanto, per il nostro ruolo, ci compete. Lambiasi ci ha detto che la politica, la responsabilità di fare cose con valenza politica è di tutti noi. Lui ha voluto farla. La politica non è una categoria, se lo diventa non è buona politica. Monsignor Lambiasi ha, ancora una volta, dato con generosità, il suo contributo intellettuale di comprensione della realtà, di visione del futuro: Rimini è ferma, è invecchiata, importa costumi e valori che rattrappiscono il suo tessuto sociale, culturale e politico. Nel discorso alle autorità di due anni fa disse: “Rimini è una città dal grande passato”.
Quanta distanza dopo un quarto di secolo dalle parole di monsignor Tognini: “Quel che succede nel mondo, a Rimini accade prima”.
Le feste rave, bagnate dall’alcol, uccidono una identità.
È la dimostrazione che oggi ciò che succede nel mondo a Rimini accade dopo. E se accade dopo non è nella nostra tradizione migliore, anche quando, bene che vada, accade dopo Friburgo.
Gli inglesi dicono: cos’è la tradizione? È una innovazione venuta bene.
Noi abbiamo smesso di produrre nuove tradizioni per il nostro futuro. È la nostra capriola della storia. È la metafora di una decadenza, di ciò che accade dopo o non accade mai, le spiagge, il lungomare, la viabilità. O non accade più, la capacità di innovare e di anticipare i tempi.
Tutto è fermo, immobile, difficile, triste. E se Rimini è triste non è più Rimini. Ma noi che facciamo politica per responsabilità diretta non dobbiamo usare le parole di Lambiasi contro i nostri avversari. Chi governa ha grandi responsabilità, chi è all’opposizione da decenni ha la responsabilità di non essere stato capace di andare al governo. Le parole di Lambiasi devono interrogare tutti, per il contenuto e per la scelta di pronunciarle. Ora è più evidente che il Re è nudo.
È stato un gesto che ci ha aiutato a comprendere i nostri limiti, può, deve, essere un’occasione da cui ripartire per superarli, unendo le forze.