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Economia Provincia

Edilizia al collasso. Costruttori: da amministratori tante parole e pochi fatti

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ven 5 ott 2012 12:18 ~ ultimo agg. 00:00
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Le associazioni dei costruttori chiedono un incontro urgente con tutti i sindaci riminesi, partendo dal comune capoluogo che proprio ieri è tornato ad affrontare il tema degli strumenti urbanistici, annunciando per la primavera la chiusura relativa a Psc e Rue (vedi notizia). Documenti sui quali proprio i costruttori avevano manifestato molte perplessità. Ora l’obiettivo, si legge in una nota congiunta di Ance, CNA, Confartigianato, Confcooperative e Legacooperative, è salvare almeno le aziende ancora esistenti. Fermo restando, evidenziano, che nonostante gli incontri avuti con gli amministratori pubblici non ci sono stati gli atti necessari a migliorare la situazione che sta provocando, si legge nella nota, la morte dell’edilizia riminese. A confermare le difficoltà ci sono anche i numeri. Impietosi. A fine agosto le procedure avviate per i fallimenti erano già 47 e 5 le proposte di concordato per la chiusura preventiva. Un terzo delle istanze di fallimento depositate finora al tribunale di Rimini riguarda il settore edilizio, tra imprese costruttrici e immobiliari. Si presume che il 2012 si chiuderà con un numero di fallimenti superiore al record del 2010, quando ci furono 66 fallimenti e 3 concordati. In Camera di Commercio nel primo semestre dell’anno le imprese edili che hanno cessato l’attività sono state 308 contro le 287 dello stesso periodo 2011. In calo anche le imprese iscritte alla Cassa Mutua Edile e i lavoratori passati dai 3.267 del 2008 ai 2.494 di quest’anno. Secondo i costruttori servono provvedimenti immediati per salvare il salvabile, partendo dallo snellimento burocratico. I comuni dovrebbero autorizzare da subito le opere necessarie per la riqualificazione del patrimonio urbanistico, tirare fuori dai cassetti le opere pubbliche già cantierabili dando priorità alle piccole-medie imprese locali e sbloccare le procedure autorizzative urbanistiche. Le associazioni chiedono anche agli enti pubblici di pagare i propri debiti verso le imprese superando, se possibile, il Patto di Stabilità.