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Rimini Vita della Chiesa

Con don Oreste capaci di stupore. Un ricordo dell'Ass. Nuove Generazioni

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mer 24 ott 2012 16:11 ~ ultimo agg. 00:00
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Di seguito Con don Oreste capaci di stupore e comunione.

Ormai era tra i pochi preti a indossare ancora la tonaca nera, per ricordare a se stesso e a tutti che era prete per ognuno di noi, per tutti noi, nessuno escluso. E quella tonaca infatti gli era diventata lisa, consumata per amore, a chiara testimonianza del suo offrirsi ogni giorno. Come quel pane che spezzava ogni giorno sull’altare, così la sua vita era continuamente spezzata per tutti. E per donarsi meglio parlava in dialetto, in italiano, anche in inglese o altre lingue perché ciò che gli premeva era entrare in relazione, per capirsi sull’essenziale. Partiva sempre da quanto ha vissuto, anche dai limiti e dagli sbagli, proprio per dire “sono uno di voi e insieme possiamo fare sempre di più”. Come un parroco ti chiedeva come stai, in tutti i sensi. Nel bisogno ti dava il suo numero di cellulare privato, sapeva suggerirti cosa si poteva fare o a chi riferirti. Non rinviava. Potevi chiamarlo a qualunque ora o ti richiamava.

Alcuni di noi l’hanno incontrato di persona don Oreste soltanto poche volte ma non potevamo che essere abbracciati dal suo immenso sorriso, espressione della sua potente testimonianza in ogni occasione che ci capitava: vedendolo in azione, ascoltandolo parlare, leggendo le sue righe, respirando parte dell’ossigeno che con il suo ministero ha profuso. Marvelli, Righetti oppure Sturzo e La Pira non potevamo vederli in azione senza tregua, ma lui si. Era davanti a noi, veniva da dove veniamo noi, parlava come noi. Ogni occasione di incontro è stato per noi un prezioso momento di crescita, è stato una provocazione per il nostro cammino alla maturità. Anche per le Nuove Generazioni la contemplazione del volto di Cristo deve significare condividere, e condividere significa con gli ultimi, oggi! Siamo per quel sogno necessario già in atto per il quale “Non chiudetevi in voi stessi, nel vostro star bene. Non si può. Ho detto… quando farete sciopero perché guadagnate troppo? Perché fate sciopero per chi sta già bene?”.
Abbiamo condiviso e ricordato come già nel Convegno giovanissimi di Azione Cattolica del 1992 a Santarcangelo di Romagna ci testimoniava con i fatti il titolo: “Nella vita a tempo pieno”. Noi vogliamo essere così! L’immagine era un mondo con al centro un giovane che come le lancette dell’orologio ne scandiva l’orario. La sveglia suonava per noi e continuava a perturbare l’universo. Del resto Don Oreste lo incontravi dappertutto: in televisione, la notte in mezzo alle strade, ai servizi sociali, alle marce della pace nel mondo, dove c’erano le famiglie, con gli handicappati, con i drogati, in questura, alla messa in parrocchia o con i vescovi, dal papa e dalle autorità istituzionali e politiche, con chi soffre, con i senza dimora e con gli immigrati…, con i giovani. Nessuno doveva rimanere solo! La nostra associazione centro-studi è in movimento ed è composta principalmente da una rete di giovani d’Italia, che ha come nodo centrale Rimini. Nuove Generazioni significa nuova vita e quindi nuova umanità. Noi ci rivolgiamo proprio a loro e a tutte le “Nuove Generazioni” per una formazione attiva e attivante che si declina come quel rapporto che consente la promozione, lo sviluppo e il bene integrale della persona nella sua unità, unicità e relazionalità. Con questo metodo ci occupiamo in permanente verifica di tematiche legate all’educazione, alla famiglia, al lavoro decente, all’economia civile, alla pace, all’ecumenismo. Come per don Oreste “l’amore è la grande via della conoscenza, della contemplazione e quando l’uomo non ama più, normalmente adora se stesso e fa quelle mezze cose che non hanno più senso”. Non è mai sopravalutato l’amore vero e ci chiede di continuare a cercare ciò di cui non si smette mai di desiderare!

Alcuni più giovani di noi non hanno mai conosciuto Don Oreste di persona, e gli dispiace molto. Hanno avuto modo di conoscerlo tramite tutto ciò che ha creato, dalla bellissima realtà che è la Papa Giovanni con tutte le piccole realtà che ha fatto crescere: dalle case famiglia, ai vari centri di assistenza, e poi poi. Ne hanno sentito parlare abbastanza per affermare che gli sembra davvero una persona Grande. Il ricordo di chi l’ha conosciuto è sempre molto vivo, ma mai mitizzato. Hanno avuto modo di leggere diversi brani: ciò che gli trasmette è un senso di apertura e di Speranza verso il mondo che poche altre volte riescono a toccare, e questo perché, ha declinato in cose tangibili ciò in cui credeva. Cosa gli rimane di lui… le sue parole, il suo volto sulle persone che lo hanno conosciuto quando ne parlano.

Una frase che custodiamo dai primi contatti che si sono intrattenuti è che “il regno di Dio si ferma dove ti fermi tu”. Il mondo cambia nella misura in cui cambio io, tu, tutti noi, insieme. La sua vita è per noi una provocazione per rimettere in moto quell’esigenza di bellezza e di gratuità che sta diventando tiepida, che sta perdendo mordente nella nostra giornata. La sua testimonianza che pulsa in noi ha la forza di rendere Cristo nostro contemporaneo, così come lo era già lui: il suo rimanere innamorato di Cristo lo ha condotto ad aprirsi a tutti e in particolare ai più deboli ed indifesi. In ogni suo abbraccio rivolto a questi piccoli cogliamo chiaramente il profumo di Cristo verso di loro, lo sguardo di Dio che si incarna e che li invita a sbocciare, li riconduce dentro il disegno del Padre. L’abbraccio con il quale don Oreste ha abbracciato è per noi il pungolo perché seguiamo il suo esempio, perché anche noi lasciamo che Cristo si incarni dentro il “Si!” di ognuno. Così permettiamo di far avanzare il regno di Dio, permettiamo il realizzarsi della volontà di Dio. E il regno di Dio scalpita dentro lo spazio della nostra libertà. E’ questo che ci sta insegnando il sorriso di don Oreste. Tuttora ci parla e chiede ascolto. Ci dice anche “che vergogna!” quando non siamo affascinati dagli ultimi, dall’amore alla verità, dalla giustizia nella carità. Con questa capacità di incontrarci con il cuore di chi ti sta davanti, della persona, anche noi vogliamo dire di si a tutti per non perdere l’incontro con Cristo.