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Politica Provincia

Riordino province, un report per far pesare Rimini. Il capoluogo? Facoltativo...

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ven 7 set 2012 17:37 ~ ultimo agg. 00:00
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All’incontro hanno partecipato il presidente della Provincia Vitali, i parlamentari Pizzolante e Marchioni e i consiglieri regionali Piva e Lombardi. C’era anche Nanni dell’UDC, a sottolineare la trasversalità del documento.

Bisogna parlare di numeri, non di capoluoghi. Anzi, di capoluoghi, per legge, se ne potrebbe anche fare a meno, la butta lì Pizzolante. Per far intendere che dopo una fase di dibattiti non sempre produttivi bisogna passare al riconoscimento delle peculiarità dei territori.
Rimini mette le sue in un dossier che sarà condiviso con gli altri interlocutori. Ci sono le criticità, per far capire ad esempio che Rimini ha bisogno di avere vicino il presidio delle forze dell’ordine, ma anche le eccellenze.
Come l’alta dipendenza dei riminesi dalle strutture sanitarie di residenza: a Rimini solo il 26% dei pazienti si rivolge ad altre Ausl, a Ravenna il 31%, a Forlì il 39 e a Cesena il 44.
L’Ausl di Rimini è anche l’unica con i conti a posto.
E, anche se oggi qualcuna non è in perfetto stato di salute, si mettono in evidenza anche le infrastrutture: fiera, palas e aeroporto sono il frutto di venti anni di investimenti del territorio, ricorda Vitali.
Tra gli altri dati citati, l’elevata presenza della Provincia nelle partecipate: 48 milioni contro i 33 di Ravenna e i 28 di Forlì-Cesena.
Senza paragoni la presenza della Camera di Commercio nelle partecipate: quella di Rimini pesa per un valore di 26 milioni sulle partecipate: Forlì-Cesena 3,5, Ravenna 2,8.
Pizzolante ricorda gli ordini del giorno condivisi con la Marchioni che hanno evitato, tra l’altro, che Rimini fosse l’unica provincia in Regione a sparire e permesso la possibilità di spostare sedi istituzionali anche fuori dal capoluogo. Un lavoro congiunto che, per opinione condivisa, ora deve passare dai tavoli istituzionali e non dalle feste di partito.
“La politica può fare delle mediazioni e delle sintesi alte, se ci riesce. Ma non possiamo giocare questa partita in maniera politica: sarebbe un impoverimento per tutto il territorio, non solo per Rimini”, spiega Vitali, che assicura: a Rimini non interessano i campanilismi, tutti convinti a partire dal sindaco Gnassi, che lo ha ricordato alle altre parti.
La parola ora ai fatti, perché il CAL, il Comitato per le Autonomie Locali dell’Emilia Romagna, ha un mese di tempo per elaborare la propria proposta.
E bisogna farsi trovare pronti. Spiega Marco Lombardi, presidente della competente commissione in Regione: “guai a pensare che sia una di quelle cose che tanto non succederanno mai”.

(Newsrimini.it)