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Icaro Sport

Baseball. Finale scudetto: parlano Enorbel Marquez e Giovanni Pantaleoni

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mar 21 ago 2012 22:54 ~ ultimo agg. 00:00
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Siamo a pochi giorni da gara6, da una serie scudetto che è tornata a Serravalle e che vede la T&A San Marino in vantaggio 3-2 su Rimini. È ancora matchball per i Titani, dopo i due sprecati allo stadio dei Pirati – si legge in una nota della società titana -.
Venerdì 24 playball sempre alle 21. Ne abbiamo parlato con Giovanni Pantaleoni, che di finali per il titolo se ne intende.

‘Panta’, che tipo di settimana è questa?
“Tecnicamente a questo punto si può far poco, bisogna solo pensare a un fatto: se ci avessero proposto, prima delle Italian Baseball Series, di tornare a San Marino sul 3-2, ci avremmo messo la firma. Questi giorni ci servono sicuramente per ripartire, pensare a come scendere in campo dopo essere stati a un passo dalla vittoria della serie”.

Come commenta la partita di sabato scorso?
“Obiettivamente una brutta partita da parte nostra anche perché non abbiamo sfruttato le possibilità che ci si sono presentate, ad esempio quando è salito Di Felice. All’inizio forse stava risentendo ancora di gara1 e non abbiamo sfruttato alcuni lanci ‘battibili’, poi lui è migliorato è ha disputato un’ottima gara”.

Come si affronta gara6?
“Vogliamo finirla qui, vogliamo assolutamente guadagnarci questo scudetto. Bisogna mettere in pratica le cose che ci hanno fatto vincere durante l’anno. Nel corso delle ultime partite forse abbiamo pensato troppo al fatto che qualcuno la potesse risolvere in qualsiasi momento, invece dobbiamo costruire un punto alla volta, tutti assieme muovendoci sulle basi nella maniera migliore. Non bisogna solo aspettare la giocata”.

I partenti saranno Da Silva e Corradini.
“Ci conosciamo tutti e sicuramente sarà una bella partita. Una gara molto emozionante, ma una finale
va giocata come un normale match di campionato dal punto di vista mentale, senza mettere ulteriore
pressione”.

E’ stato impiegato da esterno centro per l’infortunio di Duran, come si è trovato?
“É un ruolo che avevo già avuto modo di conoscere perché l’ho ricoperto in nazionale nel 2002 e 2003. Vediamo, adesso verifichiamo come starà Duran, speriamo di recuperarlo. In finale giocherei in qualunque ruolo, sono partite bellissime da vivere”.

Si gioca in casa…
“E questo ci fa piacere, non fosse altro che per il nostro campo sul quale ci alleniamo sempre.
Ormai lo conosciamo bene e non può che essere così. Ogni zolla d’erba, ogni angolo della terra,
siamo contenti di tornare a Serravalle. È più una questione di campo che di pubblico. Sappiamo che
i tifosi ci saranno”.

Due apparizioni consecutive sul monte in altrettanti giorni (e non in due gare qualsiasi, bensì in una finale scudetto con la propria squadra con le spalle al muro). Cinque, in totale, le riprese lanciate, con nessun punto subito, una vittoria e una salvezza – si legge sul sito della società neroarancio -. Davvero niente male come bottino per uno che, di solito, di mestiere fa il partente e che nello scorso week end, al contrario, si è ritrovato contro la T&A a essere decisivo nelle vesti di rilievo.

“E’ la prima volta che mi capita in stagione – confessa Enorbel Marquez – e per fortuna è andato tutto bene. Durante la scorsa settimana, comunque, sapevo che si sarebbe potuta presentare questa necessità e ho lavorato per farmi trovare sempre pronto. In particolare, dopo la sfida di venerdì sera, ho parlato con Catanoso, che mi ha prospettato la possibilità di dover tornare sul monte anche in garacinque. Io l’ho fatto senza problemi, anche perché fisicamente mi sentivo pronto e in grado di lanciare nuovamente. Tra l’altro, è stato più semplice salire in pedana nella partita di sabato, perché eravamo sopra di un paio di punti e mentalmente ci si sente più in fiducia. In garaquattro, invece, ho dovuto lanciare nei due inning supplementari, con le due squadre in parità e con la consapevolezza di non poter incassare neppure un punto…”

Anche se, a dire il vero, ha rischiato di subirlo, mettendo due uomini in base in entrambe le riprese. Poi però si è salvato alla grande con due provvidenziali strike out.
“E’ vero, sono state due situazioni simili, ma non è che l’ho fatto apposta… A parte gli scherzi, alla fine ciò che conta è che sia riuscito a mantenere inalterato il risultato, al resto ha poi pensato l’attacco, permettendoci così di vincere una partita fondamentale nella serie, non fosse altro perché ci ha consentito di restare vivi. Poi, il girono dopo, abbiamo saputo ripeterci e adesso la lotta per lo scudetto è definitivamente riaperta”.

Magari, sabato sera, era pronto per fare pure il partente…
“E perché no? – è sempre il pitcher mancino dei Pirati a parlare – In fondo è più facile salire sul monte dal primo inning che lanciare nel bull pen e non sapere quando si verrà chiamati. Sia Patrone che Di Felice, comunque, hanno compiuto un ottimo lavoro sabato sera, io ho solo cercato di fare del mio meglio per completare la loro opera”.

Eppure queste Italian Baseball Series non erano iniziate sotto i migliori auspici per i neroarancio.
“Beh, nella gara inaugurale non siamo stati troppo fortunati, non fosse altro perché siamo arrivati a due soli out dalla vittoria e invece ci siamo ritrovati con un pugno di mosche. In molti hanno criticato la scelta di affidarsi a Di Felice come rilievo di Cruceta e invece secondo me è stata una mossa giusta, perché stiamo parlando di un grande lanciatore, uno dal passato importante. Il baseball, purtroppo, è anche questo e bisogna dare i giusti meriti pure al San Marino. In garadue, invece, non abbiamo battuto tanto e siamo stati puniti da un paio di errori mentali, soprattutto nella corsa sulle basi, che ci hanno castigato, perché in una sfida così stretta non ci si può permettere il lusso di regalare degli out. Dopo la sconfitta di garatre, quella meno combattuta, siamo stati bravi a non mollare e a riportarci in carreggiata, crescendo di livello fino alla bella vittoria di sabato, nella quale abbiamo giocato davvero bene”.

Venerdì vi aspetta una partita cruciale, contro un Da Silva che ha sempre saputo mettere in difficoltà l’attacco dei Pirati.
“Non dobbiamo pensare a quanto fatto finora, bensì solo a ripetere la medesima prestazione di garacinque, giocando con determinazione e voglia di vincere. Sappiamo di dover affrontare un ottimo lanciatore, ma noi confidiamo tantissimo in Corradini e in chi verrà dopo di lui. Però dovremo essere bravi a dare una mano ai pitcher sia in difesa che nel box, dove sarà importante sfruttare ogni occasione e fare sempre la cosa giusta al momento giusto”.

Insomma, i Pirati ci credono.
“E come potrebbe essere diversamente? – conclude Marquez – Noi non possiamo perdere, questo è vero, però credo che anche il San Marino senta la pressione di dover vincere a tutti i costi, perché se la serie dovesse andare poi alla ‘bella’, l’inerzia potrebbe essere tutta dalla nostra parte. Prima di pensare a garasette, però, ci dobbiamo concentrare unicamente sulla partita di venerdì”.

(Photo Credit: Pier Andrea Morolli/SKCS Sport Images)