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Agosto, esodo mio non ti conosco. Aggrappati ai riferimenti del boom

Agosto, esodo mio non ti conosco. Aggrappati ai riferimenti del boom

E’ che a quel termine, esodo, così sacrale ed evocativo non ci si vuol proprio rinunciare, anche a costo di titolare “Esodo: traffico tranquillo”. Un po’ per pigrizia giornalistica, un po’ perché ci ricorda i bei tempi del boom. Quando ad agosto si chiudevano i battenti (e non per la crisi) e l’Italia caricava armi e bagagli sulle utilitarie per raggiungere il mare, in quegli interminabili viaggi con le cosce appiccicate ai sedili di pelle ben descritti da Severgnini. Tutti in autostrada, tanto da far nascere l’idea delle partenze intelligenti e dei bollini, che servivano fino a qualche anno fa.
Dalle nostre parti gli ultimi colpi d’occhio davvero impressionanti li abbiamo avuti, purtroppo, la scorsa estate con una serie di malaugurati incidenti nel tratto interessato dai cantieri. Per il resto le webcam dell’A14 sono impietose: neanche quando i tratti sono segnati in rosso il traffico incolonnato ormai lo si vede più, al massimo rallentamenti o serpentoni che con l’apertura della terza corsia avranno ancor meno ragion d’essere.
Rimarrà qualche coda ai caselli. Ma soprattutto perché noi italiani, come dimostrano le statistiche, siamo ancora attaccati al contante e restii alle card.
Non vogliamo fare i catastrofisti: il “traffico intenso”, almeno nei fine settimana, la crisi ce lo sta lasciando. Ma per il caro vecchio esodo bisogna farsene una ragione: i vecchi termini di riferimento ormai non sono più attuali. Anche se l’estate ha una sintassi tutta sua. Quando, tra una decina di giorni, dovremo descrivere quei buchi che rischiamo di avere anche sotto ferragosto, ci inventeremo un bel“mezzo pienone”.

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(foto da “Studio Aperto” di sabato scorso)