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Rimini

Nove Bar. Purché la transizione non duri per sempre

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lun 30 lug 2012 16:08 ~ ultimo agg. 00:00
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Un evento esploso in pochi anni a tal punto che la linea dura era ormai improponibile, col rischio di trovarsi la città invasa da una marea fuori controllo. E allora l’Amministrazione ha scelto il confronto, con la delegazione trattante composta dall’assessore Sadegholvaad e dal consigliere Morolli. Manifestazione dirottata sul lungomare, con chiusura autorizzata dal Comune e forfait per i mancati introiti dei parcheggi. Ma profilo basso: niente coinvolgimento ufficiale se non quelle due righe due sul calendario degli eventi. Troppo pochi un paio danni per passare da “scheggia impazzita”, col cronoprogramma che affidava a ogni bar a uno specifico alcolico, a manifestazione “sotto l’egida del Comune” come si diceva una volta.
Una transizione ci voleva e quest’anno difficilmente sarebbe potuta andare diversamente. Il futuro richiede però una presenza meno defilata da parte dell’Amministrazione: perché chiudere il lungomare un sabato sera nel cuore dell’estate per una manifestazione che, seppur rivista e corretta, ha il suo filo conduttore nel bere (e non aranciata come ricorda la maglietta ufficiale) è una scelta che va spiegata a cittadini e turisti, così come i disagi e la distesa di bottiglie del mattino dopo. E perché comunque il tema coinvolge l’immagine della città.
Ma anche una maggiore responsabilità da parte degli organizzatori. Ai quali va senz’altro riconosciuta l’abilità di aver trasformato in business una bischerata estiva, rispolverando quello sbuzzo imprenditoriale tutto riminese che in passato ha fatto la nostra fortuna. Ma se vogliono la collaborazione della città ci vuole un messaggio ben più chiaro e definito di quello di quest’anno, anche a costo di perdere i grandi numeri. “E’ una festa per divertirsi” è un passo avanti ma troppo generico: serve qualcosa di più chiaro.
Quei ragazzini che sabato pomeriggio in spiaggia si improvvisavano direttori sportivi del loro team elaborando strategie di fuga dopo la partenza “perché se no quando arriviamo nei posti non c’è più niente da bere” erano divertenti, ma anche preoccupanti. O quelli che, come ci riferisce un lettore, al pomeriggio salivano nelle stazioni della Bologna-Rimini con la bici e la bottiglia già in mano.
Non possiamo essere la Riviera dove, se un ragazzo muore dopo la Notte Rosa, il sindaco di Riccione dice “non serve mettere la testa sotto la sabbia, emerge il problema dell’abuso di alcool da parte di troppi giovani”. E poi neanche un mese dopo, di là del Marano, si liquida in due righe la chiusura del lungomare per mettere in sicurezza la baldoria di massa.

Newsrimini.it

(foto newsrimini.it)