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Economia Provincia

Evasione fiscale, la CGIL torna all'attacco: inaccettabile e deleteria

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mar 24 lug 2012 17:11 ~ ultimo agg. 00:00
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l’evasione, spiega il segretario Urbinati, è erroneamente vista come un modo per salvare le imprese, ma in realtà crea un’economia a basso contenuto e distrugge il vero lavoro, oltre all’immagine del territorio

L’intervento di Graziano Urbinati:

“I fenomeni dell’evasione fiscale (come è emerso da quanto rilevato dall’operazione della Guardia dio Finanza) e del lavoro nero e sommerso (come evidenziato anche dagli ultimi dati ispettivi) hanno dimensioni ampie e strutturali nel nostro territori oramai da troppo tempo.

Essi hanno rappresentato e rappresentano da un lato la possibilità di arricchimento evadendo le imposte e sfruttando il lavoratori, dall’altro la condizione sulla quale una parte del sistema economico fonda in maniera distorta la propria competitività.

Si tolgono risorse al territorio, si impongono tassazioni sui redditi fissi e sulle pensioni, si accede ad agevolazioni del welfare quando non se ne ha diritto.

Tutto ciò mentre intere fasce di popolazione soffrono la crisi, oltre 3.000.0000 di ore di cassa integrazione sono state consumate da gennaio a giugno, 1.000 sospensioni nell’artigianato, 1.500 i posti di lavoro persi in edilizia. Bisogna, invece, far ripartire l’economia, creare nuovi posti di lavoro, riqualificare la filiera del turismo e metterla in sicurezza a partire dalle norme antincendio, intervenire sulle rete fognaria, per fare solo qualche esempio.

E dove prendiamo le risorse per questi necessari investimenti? Dai soliti noti? Dai dipendenti a reddito fisso e dai pensionati? Oppure da chi non ha mai contribuito in ragione dei propri redditi? Meglio il tracollo o la lotta all’evasione e a tutte le illegalità in maniera diffusa o l’introduzione di una patrimoniale sulle grandi ricchezze, la tassazione della transazione finanziare ecc.?

Noi della CGIL pensiamo che non possano essere più permesse certe furberie, che non è così che si salvano le attività o i posti di lavoro. Così, infatti, si fa solo l’interesse di chi si arricchisce evadendo e si distrugge l’immagine di un territorio, si crea un’economia a basso contenuto e si distruggono posti di lavoro veri, per pochi posti precari e irregolari.”