Indietro
menu
Economia Rimini

Liberalizzazione selvaggia. Filcams: disponibilità da Comune su tavolo verifiche

di    
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 2 giu 2012 10:06 ~ ultimo agg. 1 giu 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Si era partiti anni fa dal tentativo di salvaguardare le domeniche, ma l’avvento dei centri commerciali ha dettato i nuovi trend (anche l’Iper Rubicone ha ceduto da qualche mese). Poi era arrivata l’ordinanza regionale che stabiliva le dieci festività da rispettare, alle quali però
i comuni potevano derogare. A Rimini il punto più acceso del dibattito, oltre al numero delle feste, fu anche la definizione della zona da considerare turistica.
Un dibattito acceso, quello dell’epoca, che partiva dalla necessità di rispettare la vocazione turistica di Rimini preservando allo stesso tempo le necessità dei lavoratori (soprattutto delle donne, il 70% delle occupate del settore) e la sopravvivenza del piccolo commercio.
Ma arrivò un’ordinanza unilaterale da parte dell’Amministrazione che non coglieva le istanze dei sindacati, lamentarono i sindacati nel 2009, e che per il Comune di Rimini preservava solo Primo Novembre, Natale e primo Gennaio, (festività, quest’ultima, a sua volta oggetto di deroghe).
E oggi arriva il Salvaitalia fa ripartire tutto da zero, tanto che, spiega Isabella Pavolucci, segretario della Filcams CGIL di Rimini, la nuova ordinanza del Comune di Rimini non era neanche un atto dovuto, visto che già il nuovo decreto del Governo vanificava i precedenti.
Ma la battaglia sulle chiusure non è chiusa. Seguendo un documento dell’ANCI, anche a Rimini potrebbe essere attivato un tavolo di monitoraggio per verificare gli effetti della liberalizzazione. E, auspicano i sindacati, portare anche una nuova autoregolamentazione.
Alcuni giorni fa i sindacati hanno avuto un incontro con l’assessore comunale alle Attività Economiche Jamil Sadegholvaad che si è detto disponibile ad attivare il tavolo di monitoraggio.
“Proveremo, attraverso il coinvolgimento delle associazioni datoriali, a capire quali sono gli effetti delle liberalizzazioni e se ci sono le condizioni perchè si possa avviare un percorso di possibile autoregolamentazione”, spiega la Pavolucci della Filcams. In attesa che anche altri comuni della provincia raccolgano l’invito, si guarda anche a un altro elemento: “Siamo in attesa dell’esito di alcuni ricorsi fatti da diverse regioni rispetto alla competenza sulla materia, che a nostro avviso e delle regioni ricorrenti deve rimanere alle regioni stesse e non allo Stato”. Chiaramente, per i sindacati la Regione sarebbe un interlocutore molto più praticabile e immediato.
Ma intanto la Pavolucci esprime diverse perplessità sul fatto che le liberalizzazioni portino effettivo vantaggio all’economia e all’occupazione. “Se c’è un aumento dei consumi, si tratta in realtà di un trasferimento dalla piccola alla grande distribuzione. E quando si dice che stando aperti di più ne consegue più occupazione, la stessa cosa vale per la forza lavoro: l’occupazione innanzitutto non aumenterà perché verrà chiesto un aumento dell’orario alla forza lavoro che è già in casa. Poi ci sono dei piccoli esercizi commerciali che chiudono, e la loro forza lavoro forse potrebbe trovare sbocco nella grande distribuzione”.

(newsrimini.it)