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Incontro Start Romagna. Istituzioni assenti, sindacati infuriati: manca volontà

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lun 25 giu 2012 12:48 ~ ultimo agg. 00:00
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Un incontro a cui ha partecipato solo l’Assessore ai Trasporti della provincia di Forlì – Cesena Maurizio Castagnoli. Il quale, rincarano i sindacati, ha anche evitato di entrare nel merito.
I sindacati rivendicano la necessità di una reale riorganizzazione dei piani urbani del traffico, corredando un lungo elenco di indicazioni, ma anche un serio confronto sindacale.
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La nota congiunta dei sindacati:

L’incontro del 18 giugno scorso, sul sistema del trasporto pubblico locale tra Sindacati e Sindaci dei comuni capoluogo delle quattro città romagnole: Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, è stato una vera delusione

Una commedia vera e propria quella che gli amministratori in questione hanno messo in scena presso la sede della provincia di Forlì – Cesena. Prima di tutto perché i sindaci in realtà non si sono presentati, imitati dai presidenti delle province, tutti “uccel di bosco”. Unico a rappresentarli, l’Assessore ai Trasporti della provincia di Forlì – Cesena Maurizio Castagnoli.

I Sindaci, letteralmente evaporati, nemmeno si sono fatti rappresentare dai propri assessori al ramo, noi al contrario, come CGIL CISL UIL, eravamo presenti in rappresentanza di tutti i territori romagnoli, perché l’incontro doveva affrontare argomenti maledettamente seri ed importanti per il futuro del trasporto pubblico locale in Romagna.

E’ stato così che l’unico amministratore presente, ha raccontato alle organizzazioni sindacali, quello che poteva e non quanto era stato richiesto loro con una lettera ben circostanziata e che aveva a che fare con l’impegno più volte assunto anche di fronte alla Regione, di concertare con le organizzazioni sindacali in ogni territorio gli atti e le iniziative che i sindaci intendono assumere per migliorare e qualificare il trasporto pubblico locale nelle singole città e nell’intero territorio romagnolo.

L’amara realtà è che i sindaci non si sono presentati, perché ancora una volta, stanno prevalendo tra loro, i soliti campanilinismi, la difesa di rendite di posizione, e contrasti paralizzanti sulle scelte da compiere, a danno dei cittadini utenti del trasporto pubblico, e a danno dei lavoratori; hanno mandato un solo assessore nel tentativo, miseramente fallito di nascondere tutto questo.

I sindaci hanno fatto un’azienda unica di trasporto romagnolo, la Start, ma sanno perfettamente che questo non basterà per renderla efficiente e preservarla da futuri e probabili difficoltà economiche e finanziarie, bisogna andare molto oltre.

Sanno o dovrebbero sapere, che per reggere bisogna aumentare gli utenti, offrendo loro un servizio rinnovato ed efficiente che dia reali opportunità di risparmio sul costo dei trasporti; ciò si ottiene con un aggiornamento complessivo dei piani urbani del traffico, da cui far discendere un riordino complessivo delle linee urbane ed extraurbane.

Serve quindi una pianificazione innovativa della mobilità territoriale, capace di tenere conto dell’impatto ambientale, energetico, dei nuovi flussi di traffico e delle scelte ineludibili di mobilità lenta e collettiva sostitutiva di quella privata e caotica. Ci aspettiamo vengano predisposti piani di regolazione della mobilità e del traffico delle città e tra le città che favoriscano la circolazione degli autobus e definiscano un riordino delle linee urbane ed extraurbane realmente utili per i cittadini. L’individuazione dei bisogni complessivi di mobilità spetta alle Istituzioni, e non al gestore e noi chiediamo l’apertura di tavoli istituzionali (provinciali e per bacino) sulle seguenti materie che i sindaci devono sistemare per favorire il funzionamento di Start, attraverso una forte integrazione e dialogo con le agenzie della mobilità ed il gestore:

– le scelte per migliorare l’offerta di trasporto pubblico per i percorsi casa lavoro/ casa scuola;
– le modalità per favorire l’integrazione modale ferrovia/trasporto su gomma;
– il potenziamento dei servizi integrati autobus/bike sharing;
– la pianificazione dei parcheggi urbani, scambiatori, ecc;
– l’organizzazione del traffico nelle città, la dotazione e collocazione delle piste ciclabili, le aree a traffico limitato o ZTL, come renderle coerenti e funzionali alle linee degli autobus in modo da favorire l’uso del trasporto pubblico;
– il tema della gestione della sosta;
– le forme e le modalità di promozione del servizio;
– lo stato di attuazione di Stimer (tariffazione integrata);
– la gestione informatizzata delle linee;
– il livello di finanziamento del servizio da parte dei Comuni;
– le intenzioni dei Comuni per quanto riguarda l’aggregazione delle agenzie (secondo noi bisognerà arrivare al più presto ad un’unica agenzia);
– la riduzione dei costi delle agenzie per trasferire le risorse alla gestione;
– le scelte per favorire la mobilità per le categorie di utenti deboli;
– il finanziamento per il rinnovamento del parco – autobus;
– individuare le priorità del piano di bacino integrato;
– gli indirizzi dei comuni per quanto riguarda la futura gara per l’affidamento del servizio;
– le modalità di gestione delle Bigliettazioni.

Tutto questo deve essere preceduto da un vero dialogo sociale con le organizzazioni sindacali confederali, le associazioni di impresa, lavoratori ed imprenditori che faccia emergere i nuovi bisogni di mobilità nelle città e tra le città.

Solo così, a valle di indirizzi politici precisi, la nuova azienda unica di trasporto avrà la possibilità di definire un piano industriale degno di questo nome per addivenire ad una riconversione di settore capace di aumentare clienti e fatturato, altrimenti il sindacato, non ci starà ad accettare soluzioni raffazzonate mirate al mero contenimento dei costi e tagli del servizio che pesino solo sui lavoratori autisti ed impiegati, fatti di sacrifici, senza prospettiva di sviluppo e che da soli si rivelerebbero comunque insufficienti, nonostante l’avviato processo di aggregazione.

Si metta in piedi ed in fretta un incontro vero e non la presa in giro nei confronti dei lavoratori e del loro sindacato che è stata perpetrata il 18 giugno scorso.

Sappiano i sindaci che il sindacato non smetterà di denunciare la loro ignavia condita di supponenza, fino a quando non decollerà un confronto vero per la riqualificazione della mobilità romagnola.