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Politica Provincia

'Non siamo i gabellieri di Monti'. I sindaci consegnano la fascia al Prefetto

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lun 28 mag 2012 14:19 ~ ultimo agg. 00:00
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Sedici i sindaci presenti che insieme a rappresentanti della Provincia e del Pd sono partiti da piazza Cavour, sfilando per le vie del centro con la fascia tricolore che hanno poi simbolicamente consegnato al prefetto di Rimini Claudio Palomba. Al Prefetto è stato inoltre presentato un documento sottoscritto dai primi cittadini con le loro richieste. Assente come annunciato il sindaco di Bellaria Enzo Ceccarelli, che si è comunque pronunciato a favore della protesta. Una manifestazione provocatoria, hanno sottolineato i sindaci, che hanno rimarcato ancora una volta di non volere il ruolo di esattori per conto dello Stato. Confermata anche la presenza di alcuni primi cittadini riminesi alla manifestazione dell’Anci in programma a Venezia il prossimo giovedì.
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Il testo integrale del documento trasmesso dai sindaci alla Prefettura:

I Sindaci e il Partito democratico della provincia di Rimini per un vero riassetto federalista del Paese

In preparazione della manifestazione indetta dall’Anci a Venezia il 31 maggio, noi Sindaci del Partito democratico della provincia di Rimini rilanciamo oggi le nostre richieste al Governo e rivendichiamo un vero federalismo municipale.
L’Italia, Paese in cui i Governi – va ricordato – hanno avuto in media durate inferiori ai 9 mesi, da sempre si regge su due pilastri: i Comuni e la piccola e media impresa. Pilastri che in mancanza di un vero riassetto federalista stanno subendo una demolizione dalle fondamenta. Gli 8096 Comuni italiani possono essere altrettanti motori di sviluppo. Ma oggi rischiano di diventare invece fattori depressivi e di blocco dell’economia.
Noi Sindaci del PD manifestiamo in favore della crescita e dello sviluppo del Paese e chiediamo al Governo di favorire scelte economico-finanziarie che puntino sui Comuni, gli enti più vicini ai cittadini e in cui vengono riposte, soprattutto in questo periodo di crisi, le maggiori aspettative da parte di chi ha bisogno di aiuto.
All’impegno che il Governo Monti profonde per salvare il Paese dalla deriva greca e scongiurare il ritorno alla Lira, chiediamo si affianchi un programma di riforme per fare ripartire lo sviluppo.
Esortiamo il Governo Monti a virare la nefasta direzione di marcia intrapresa dal Governo Berlusconi, vero padre della misura dell’IMU, ad una svolta effettiva sulle questioni e proposte da noi sollevate, per varare finalmente le riforme che servono, a partire dalla prima e più importante rappresentata dal federalismo:

Restituire autonomia agli enti locali. E’ il momento di affrontare il riassetto in senso federale del Paese, restituendo ai Comuni l’autogoverno, l’autonomia, il municipalismo vicino ai cittadini. I comuni, ora come non mai, sono protagonisti attivi e credibili delle politiche di contrasto alle nuove povertà insorgenti ed ultimo baluardo del sistema di welfare. Il neo-centralismo che ha caratterizzato l’ultimo decennio e che ha privato i Sindaci di autonomia decisionale sia in fatto di politiche delle entrate, che di politiche della spesa, sta paralizzando l’intero paese in una morsa la cui prima tenaglia è l’incapacità di far ripartire l’economia a causa dei meccanismi perversi del patto di stabilità. La seconda tenaglia è l’impossibilità di fronteggiare la crisi che sta colpendo troppe famiglie anche volendo pensare ad una logica di cooperazione istituzionale. La terza tenaglia è l’ulteriore depauperamento in termini di tutela e mantenimento di livelli almeno dignitosi per la sicurezza e la tutela dell’ordine pubblico allorché si concretizzasse l’ipotesi già annunciata di procedere all’accorpamento e alla centralizzazione degli uffici di Prefetture e Questure. Nel concreto si chiede quindi una svolta in senso federalista dello stato, compiuta e non di facciata, senza ulteriori esitazioni e che preveda i Comuni al centro di tale riforma.
Un nuovo patto di stabilità che distingua gli enti virtuosi e consenta a chi governa i Comuni di dare risposte rapide ed efficaci ai bisogni della propria comunità. Chiediamo al Governo una moratoria di almeno 24 mesi per liberare le risorse che i Comuni possono mettere al servizio del Paese, di restituire e di valorizzare l’autonomia virtuosa dei comuni: quella che può radicare nei nostri territori e moltiplicare gli sforzi per la ripresa del Paese. L’effetto tangibile del patto di stabilità concepito anche sugli investimenti, ha bloccato sine die tante opere necessarie alle nostre comunità, molte improrogabili. A semplice titolo esemplificativo, va detto che i soli Enti locali (Comuni, Provincia) del territorio riminese a causa del cappio del Patto di stabilità sono costretti a rinunciare a oltre 50 milioni di euro di investimenti pubblici, già finanziati e impegnati nei rispettivi bilanci. Se ne ricava un secondo effetto, altrettanto nefasto, il venir meno alle nostre aziende di tantissimo lavoro. Quel lavoro che consentiva loro di pagare gli stipendi a molti cittadini e di non dover ricorrere alla C.I.G.
Visti e misurati gli effetti devastanti di questa formulazione del patto di stabilità e gli effetti altamente depressivi sul tessuto produttivo e sociale, siamo a chiederne la totale revisione in breve tempo, ma visto che non si può indugiare oltre, nel frattempo, almeno una moratoria di un paio di anni. Se il governo non affronta il nodo della crescita a partire da questo, ogni altra azione sarà inutile o quantomeno tardiva.
Cambiare natura e contenuti dell’IMU. L’IMU è stata calata sulla testa degli amministratori locali spacciandola per una “tappa”. In realtà toglie autonomia e soprattutto chiede ai sindaci di riscuotere l’imposta trasformandosi in esattori nei confronti dei cittadini: l’IMU incassata andrà infatti per la maggior parte allo Stato che, per contro, ha diminuito del 75% i trasferimenti ai Comuni. Le imposte che servono a pagare i servizi comunali devono essere distinte da quelle che servono a sostenere le funzioni statali . Come logica conseguenza delle richieste avanzate, non può che esservi quella secondo cui, già a partire dal 2013, l’Imu sia restituita come formulazione e come gettito interamente ai Comuni. Tutto ciò sarà possibile solo se il paese avrà superato la fase critica dei conti pubblici, il che, appare del tutto evidente, non può prescindere da una nuova spinta verso la crescita. Ecco perché dal combinato disposto delle azioni sul patto di stabilità e sulla svolta federalista, si può pensare ad una riparametrazione al ribasso dell’Imu e ad un suo utilizzo a beneficio delle comunità locali, ma nel contempo a vantaggio dell’intero paese.

I sindaci del Partito democratico della Provincia di Rimini
Rimini, 28 maggio 2012