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Tavolo blu sulla pesca. Il resoconto della provincia

In foto: Un confronto a tutto campo sui problemi del settore pesca. Ieri si è riunito il Tavolo Blu provinciale, un’assemblea che le Province costiere hanno il potere d’attivare e a cui sono invitate a partecipare tutte le figure professionali che direttamente o indirettamente hanno competenze in merito alle attività legate alla pesca marittima.
Un confronto a tutto campo sui problemi del settore pesca. Ieri si è riunito il Tavolo Blu provinciale, un’assemblea che le Province costiere hanno il potere d’attivare e a cui sono invitate a partecipare tutte le figure professionali che direttamente o indirettamente hanno competenze in merito alle attività legate alla pesca marittima.
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ven 8 lug 2011 18:57 ~ ultimo agg. 00:00
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L’incontro – si legge in una nota della provincia – era molto atteso, visto il manifesto stato di crisi che morde il settore, e si è svolto in un clima propositivo e di disponibilità al dialogo.

“Ho trovato gli operatori del mare – ha dichiarato l’assessore provinciale alla Pesca Juri Magrini – tutt’altro che rassegnati, anzi, decisamente motivati e pronti a combattere per tutelare il proprio lavoro e la vita dell’Adriatico, temi inseparabili l’uno dall’altro.”

Nelle oltre due ore d’incontro, sono emerse le varie problematiche legate alla pesca e alla maricoltura nel riminese: da quelle di valenza prettamente locale, a quelle inserite in un contesto più ampio che riguarda il medio-alto Adriatico; Marche, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli.

“Gli operatori – ha proseguito Magrini – ci hanno detto che, in questo momento, ogni euro conta. Che le risorse messe a disposizione (purtroppo inferiori a quanto la situazione richiederebbe), proprio perché poche, devono essere razionalizzate il più possibile.”

Gli uffici provinciali sono già al lavoro per chiedere alla Regione Emilia-Romagna la possibilità di destinare i residui dei precedenti anni di gestione della Legge Regionale 3/79 (“Interventi per lo sviluppo e la valorizzazione delle attività ittiche”) – il bando è stato prorogato al primo agosto 2011 – su altre problematiche urgenti, comunque legate alla pesca.

“Sappiamo che non sarà facile – ha spiegato Magrini – dato il vincolo d’utilizzo che lega i finanziamenti a specifiche attività. Ma è doveroso fare un tentativo: l’Assessore regionale alla Pesca, Tiberio Rabboni, ha già mostrato sensibilità per il problema e credo che la Regione farà quanto in suo potere per aiutare il comparto pesca. Sono convinto che, ormai, sia diffusa l’idea che ci troviamo in una situazione di crisi straordinaria e che, come tale, richieda sforzi di progettazione straordinari. Anche da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Attualmente i finanziamenti residui sulla legge 3/79 ammontano a circa 300mila euro. Vedremo, alla fine della proroga al primo agosto, quanto resterà e se la Regione ci fornirà strumenti amministrativi per sfruttare le risorse sulle urgenze legate alla pesca.”

Gli operatori riminesi hanno mostrato grande senso di responsabilità e apertura al dialogo, anche su temi delicati quali il fermo pesca e i piani di gestione ma, al tempo stesso, hanno chiesto che si arrivi (quanto prima) a stabilire le cause ambientali che determinano la diminuzione della risorsa ittica, principale motivo della crisi in atto, unite all’elevato costo del gasolio.

“Stimolare la Regione a rafforzare la ricerca – ha concluso Magrini – potrebbe essere uno dei campi in cui impegnarsi maggiormente. A suo tempo, infatti, l’Assessorato provinciale aveva già promosso e favorito la creazione di un comitato tecnico sulle problematiche ambientali del nostro mare. E’ necessario che quel comitato possa ora operare con continuità, magari focalizzandosi sul campionamento e la ricerca in aree molto precise, così come richiestoci dal Tavolo Blu. Vorrei concludere assicurando che la Provincia farà quanto in suo potere per aiutare la pesca e i pescatori a superare questo difficile momento: il rapporto fra i riminesi ed il loro mare è, prima ancora che un fatto produttivo, commerciale e lavorativo, un valore legato all’identità locale. Il mare riminese non sarebbe più lo stesso – e neppure la provincia – senza i suoi pescatori.”