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Lavoro Provincia

Il settore pesca in agitazione: fermo senza adeguata copertura economica

In foto: Le Organizzazioni Sindacali della pesca hanno indetto lo stato d'agitazione nazionale di tutti i lavoratori della pesca. Sotto accusa, le decisioni sul fermo pesca:
Le Organizzazioni Sindacali della pesca hanno indetto lo stato d'agitazione nazionale di tutti i lavoratori della pesca. Sotto accusa, le decisioni sul fermo pesca:
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sab 9 lug 2011 13:35 ~ ultimo agg. 00:00
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la durata prevista – tutto agosto e settembre – è maggiore del passato, anche se insoddisfacente per i pescatori che chiedevano di cominciare ancora prima, ma la causa dell’agitazione, spiega la FLAI CGIL di Rimini, è la carenza di sostegno economico durante il fermo.
Il sindacato chiede che le istituzioni locali facciano pressione a livello nazionale. Due giorni fa, in seguito alla riunione del Tavolo Blu, la Provincia aveva già assicurato sostegno al settore: al vaglio, c’è la possibilità di destinare al settore 300.000 euro di residuo da un fondo regionale della Legge 3/79.
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La dichirazione della FLAI CGIL di Rimini:

Ci vogliamo ricordare anche dei pescatori?!

Tutti abbiamo condiviso la necessità di affrontare la crisi che sta attraversando il settore della pesca, che quest’anno sta colpendo particolarmente il mare Adriatico.
Quindi consideriamo positivo che nell’ultima riunione della Commissione Consultiva sulla pesca(il massimo organismo consultivo italiano in materia) del 7 luglio u.s. si sia delineato per il nostro mare un fermo pesca di 45 giorni lavorativi(dal 1° agosto al 30 settembre), ed una riduzione delle giornate di lavoro nelle settimane successive al fermo(3 giorni di pesca a settimana anziché 5). Le nostre marinerie si aspettavano che il fermo pesca iniziasse già a giugno o luglio, ma ci auguriamo che questo fermo della pesca, che sarà lungo il doppio degli anni passati, riesca a far riposare a sufficienza il nostro mare per consentirne il ripopolamento ittico. Solo a seguito della riunione già fissata al Ministero per il prossimo 14 luglio vedremo nei dettagli come verrà scritto e cosa prevederà il Decreto, ma si dovrebbe basare su queste linee.

Siamo soddisfatti anche del risultato della battaglia comune portata avanti per consegnare 22 Mln di Euro, già stanziati nella Manovra Economica approvata nella scorsa settimana, quale compensazione alle imprese di pesca per il ridotto e mancato guadagno dovuti alla carenza di prodotto di questi mesi ed al prossimo fermo pesca. Questa è sicuramente una misura importante per mantenere attive le nostre imprese di pesca, e quindi far sopravvivere gli oltre 1000 posti di lavoro che consegnano alle marinerie della nostra regione.

Ma dopo tante riunioni, interventi, articoli di stampa e servizi televisivi, che si riempivano la bocca della parola “pescatori” per descrivere le vittime di questa crisi, ora ci si sta dimenticando proprio di loro.
Infatti ieri le Organizzazioni Sindacali della pesca hanno dovuto indire lo stato d’agitazione di tutti i lavoratori della pesca italiani, perché il 14 di luglio si rischia di decidere un fermo pesca di due mesi senza prevedere alcuna copertura economica, e quindi lasciandoli completamente senza reddito, per chi lavora a bordo delle imbarcazioni da pesca. I pescatori infatti, durante gli ultimi due fermi pesca del 2009 e 2010, per avere una fonte di reddito hanno dovuto fare affidamento sulla Cassa Integrazione Straordinaria, decisa provvisoriamente nel 2008 e prorogata fino alla fine del 2011, che però è ora agli sgoccioli delle risorse. Alla riunione del Tavolo Azzurro tenutosi in Regione lo scorso lunedì (4 luglio) si stimava che erano rimaste risorse sufficienti a coprire a malapena 15 giorni di inattività: chissà se rimarrà qualcosa al 1° agosto, giorno in cui comincerà il fermo pesca!? In ogni caso si tratta di risorse insufficienti.

Quindi i Sindacati stanno chiedendo al Ministero del Lavoro di rifinanziare la Cassa Integrazione in deroga per i pescatori, e di renderla strutturale. Altrimenti ci vedremo costretti a non votare a favore del decreto che stabilirà il fermo pesca, il prossimo 14 luglio: tutti condividiamo che sia necessario far riposare il nostro mare, ma sarebbe veramente assurdo, e accadrebbe per la prima volta nella storia, che si diano aiuti economici alle sole imprese, dimenticandosi dei pescatori veri e propri.

L’appello che ribadiamo a Regione, Provincia, ma che formuliamo anche alle stesse imprese di pesca ed alle loro rappresentanze, è di intervenire assieme alle Organizzazioni Sindacali nei confronti del Ministero per dare una fonte di sostentamento anche agli equipaggi delle barche da pesca.

Rimini, 09/07/2011

Marco Rinaldi – FLAI CGIL pesca
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Il resoconto della Provincia dopo il Tavolo Blu del 7 luglio:

Si è riunito il Tavolo Blu provinciale. Il Tavolo Blu è un’assemblea – che le Province costiere hanno il potere d’attivare – cui sono invitate a partecipare tutte le figure professionali che direttamente o indirettamente hanno competenze in merito alle attività legate alla pesca marittima.

L’incontro era molto atteso, visto il manifesto stato di crisi che morde il settore, e si è svolto in un clima propositivo e di disponibilità al dialogo.

“Ho trovato gli operatori del mare – ha dichiarato l’assessore provinciale alla Pesca Juri Magrini – tutt’altro che rassegnati, anzi, decisamente motivati e pronti a combattere per tutelare il proprio lavoro e la vita dell’Adriatico, temi inseparabili l’uno dall’altro.”

Nelle oltre due ore d’incontro, sono emerse le varie problematiche legate alla pesca e alla maricoltura nel riminese: da quelle di valenza prettamente locale, a quelle inserite in un contesto più ampio che riguarda il medio-alto Adriatico; Marche, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli.

“Gli operatori – ha proseguito Magrini – ci hanno detto che, in questo momento, ogni euro conta. Che le risorse messe a disposizione (purtroppo inferiori a quanto la situazione richiederebbe), proprio perché poche, devono essere razionalizzate il più possibile.”

Gli uffici provinciali sono già al lavoro per chiedere alla Regione Emilia-Romagna la possibilità di destinare i residui dei precedenti anni di gestione della Legge Regionale 3/79 (“Interventi per lo sviluppo e la valorizzazione delle attività ittiche”) – il bando è stato prorogato al primo agosto 2011 – su altre problematiche urgenti, comunque legate alla pesca.

“Sappiamo che non sarà facile – ha spiegato Magrini – dato il vincolo d’utilizzo che lega i finanziamenti a specifiche attività. Ma è doveroso fare un tentativo: l’Assessore regionale alla Pesca, Tiberio Rabboni, ha già mostrato sensibilità per il problema e credo che la Regione farà quanto in suo potere per aiutare il comparto pesca. Sono convinto che, ormai, sia diffusa l’idea che ci troviamo in una situazione di crisi straordinaria e che, come tale, richieda sforzi di progettazione straordinari. Anche da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Attualmente i finanziamenti residui sulla legge 3/79 ammontano a circa 300mila euro. Vedremo, alla fine della proroga al primo agosto, quanto resterà e se la Regione ci fornirà strumenti amministrativi per sfruttare le risorse sulle urgenze legate alla pesca.”

Gli operatori riminesi hanno mostrato grande senso di responsabilità e apertura al dialogo, anche su temi delicati quali il fermo pesca e i piani di gestione ma, al tempo stesso, hanno chiesto che si arrivi (quanto prima) a stabilire le cause ambientali che determinano la diminuzione della risorsa ittica, principale motivo della crisi in atto, unite all’elevato costo del gasolio.

“Stimolare la Regione a rafforzare la ricerca – ha concluso Magrini – potrebbe essere uno dei campi in cui impegnarsi maggiormente. A suo tempo, infatti, l’Assessorato provinciale aveva già promosso e favorito la creazione di un comitato tecnicosulle problematiche ambientali del nostro mare. E’ necessario che quel comitato possa ora operare con continuità, magari focalizzandosi sul campionamento e la ricerca in aree molto precise, così come richiestoci dal Tavolo Blu. Vorrei concludere assicurando che la Provincia farà quanto in suo potere per aiutare la pesca e i pescatori a superare questo difficile momento: il rapporto fra i riminesi ed il loro mare è, prima ancora che un fatto produttivo, commerciale e lavorativo, un valore legato all’identità locale. Il mare riminese non sarebbe più lo stesso – e neppure la provincia – senza i suoi pescatori.”