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Rimini

Carim. Fossati (Cisl): la Fondazione proponga patto di responsabilità a riminesi

In foto: Il segretario generale della Cisl di Rimini Massimo Fossati interviene sulla scelta della Fondazione dopo l'incontro con l’advisor Mediobanca per il percorso di mantenimento dell’autonomia di Carim. Ambizioso il progetto di ricapitalizzazione, perciò ci vorrebbe - dice - un patto di responsabilità per l’economia che concretizzi le disponibilità espresse dalle forze economiche locali a entrare nell’azionariato di Carim
Il segretario generale della Cisl di Rimini Massimo Fossati interviene sulla scelta della Fondazione dopo l'incontro con l’advisor Mediobanca per il percorso di mantenimento dell’autonomia di Carim. Ambizioso il progetto di ricapitalizzazione, perciò ci vorrebbe - dice - un patto di responsabilità per l’economia che concretizzi le disponibilità espresse dalle forze economiche locali a entrare nell’azionariato di Carim
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gio 14 lug 2011 13:20 ~ ultimo agg. 00:00
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La nota della Cisl

‘Le vicende che coinvolgono la Carim ci interessano come Cisl per il futuro dei lavoratori della banca e per il futuro delle famiglie e delle imprese riminesi che si servono di questa importante realtà locale del credito – afferma Massimo Fossati, segretario generale Ust-Cisl di Rimini – Riteniamo positivo, quindi, che la Fondazione abbia indicato all’advisor il percorso di mantenimento dell’autonomia di Carim, per quanto l’obiettivo della capitalizzazione sia ambizioso.

Per questo pensiamo che sia il momento giusto perché la Fondazione proponga a tutta la comunità riminese un “patto di responsabilità per l’economia”, che concretizzi le disponibilità espresse dalle forze economiche locali a entrare nell’azionariato di Carim e lanci un piano di azionariato diffuso che comprenda anche modalità di partecipazione allargata alla governance anche con modalità innovative.

Non vi dunque né da parte della Confederazione, né della Segreteria Fiba/Cisl di Rimini (Federazione Italiana Bancari e Assicurativi) alcun pregiudizio a individuare anche tra i dipendenti della banca forme di partecipazione, fermo restando il principio della volontarietà.

Questa può essere l’occasione in cui realizzare quella democrazia economica di cui tanto si parla, ma che tanto si fatica a realizzare.

Gli importi di ricapitalizzazione di cui si parla sono consistenti e potrebbe essere necessario individuare degli investitori per la sottoscrizione del capitale non collocato, come sta avvenendo in questi giorni in una cassa del Ferrarese. In questo caso la Fondazione dovrebbe assumersi la responsabilità di garantire il mantenimento della proprietà.

Nel 2010 Rimini è stata l’unica provincia della regione con un aumento degli sportelli bancari (+ 15), ma allo stesso tempo i depositi per abitante sono diminuiti (- 2,9%) e gli impieghi sono risultati stazionari (0,7%). Rimini è la seconda provincia in Italia per densità di agenzie bancarie, una ogni 1.054 abitanti, e le famiglie e le imprese hanno bisogno sia delle banche nazionali, sia delle loro banche locali (tre Banche di Credito Cooperativo, una Popolare e una Cassa di Risparmio). Come ha ricordato anche recentemente il Governatore della Banca d’Italia, in questi anni di crisi sono state le banche locali a sostenere famiglie e imprese».