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Rimini

Acqua bene comune: dopo il referendum nasce un nuovo Comitato

In foto: Il Comitato Acqua e Beni Comuni di Rimini, nato come seguito dell'esperienza Comitato referendario, dopo l'esito dei recenti referendum, chiede che sia istituita una Commissione Consigliare per costruire il percorso di ripubblicizzazione.
Il Comitato Acqua e Beni Comuni di Rimini, nato come seguito dell'esperienza Comitato referendario, dopo l'esito dei recenti referendum, chiede che sia istituita una Commissione Consigliare per costruire il percorso di ripubblicizzazione.
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mer 13 lug 2011 12:21 ~ ultimo agg. 00:00
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La richiesta è di intraprendere un percorso che porti al passaggio dalla gestione Spa ad Enti di diritto pubblico, la riduzione delle tariffe e la difesa della qualità dell’acqua e di tutto il ciclo idrico integrato.
In occasione del prossimo consiglio comunale, in cui al tema dell’acqua saranno dedicate tre interrogazioni, il Comitato ha anche inviato una lettera al sindaco di Rimini Andrea Gnassi. Le iniziative di sensibilizzazione e approfondimento proseguiranno con la creazione di un blog comitatoacquaebenicomuni.blogspot.com e con la partecipazione al prossimo coordinamento regionale che si terrà a Bologna lunedì 25 Luglio.
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Il testo della lettera:

Con il raggiungimento del quorum al passato referendum del 12 e 13 giugno la privatizzazione della gestione del servizio idrico in Italia è stata fermata.
I cittadini hanno espresso in maniera inequivocabile che l’acqua è un bene comune privo di rilevanza economica e su cui non devono essere fatti profitti. Ora, si tratta di ripartire da questo risultato e da quello che abbiamo affermato: fuori l’acqua dal mercato e fuori i profitti dall’acqua.
Con l’abrogazione dell’art. 23bis della finanziaria del 2008 (la norma che impone la privatizzazione e la svendita dei servizi pubblici locali) si restituisce ai sindaci, alle amministrazioni comunali e ai cittadini la possibilità di governarsi sul territorio in cui abitano.
Nella nostra città, in particolare, il quorum è stato raggiunto con un 61,5% dei voti, dei quali almeno il 95% è rappresentato dai Sì. I cittadini e le cittadine riminesi che si sono recate ai seggi in occasione del referendum sono, inoltre, solo lo 0,5% in meno rispetto a quelli che si sono recati ai seggi in vista dei ballottaggi.
Questo a nostro parere esprime un chiaro segnale di volontà politica: coloro che vivono questo territorio chiedono a gran voce la pubblicizzazione della gestione dell’acqua a Rimini e hanno ritenuto importante esprimere la propria volontà rispetto alla scelta del nuovo sindaco al pari di considerare l’acqua un bene comune e sottrarla al profitto e alla mercificazione.
Partendo quindi dalla partecipazione cittadina ai referendum e dagli impegni da Lei stesso presi durante la Sua campagna elettorale, con la presente esprimiamo la nostra volontà di cittadini e cittadine riminesi al ritorno ad una amministrazione completamente pubblica del servizio idrico, nonché ad una nuova gestione dei rapporti con Hera S.p.a. .

Come abbiamo scritto più volte durante la campagna referendaria, dietro alla parola e alla battaglia dei referendum si evince chiaramente il concetto di democrazia vera e partecipata.
Auspichiamo quindi che questa lettera possa essere un primo passo per una nuova modalità di gestione delle risorse (bilanci trasparenti, dibattito pubblico sugli indirizzi a livelli quanto più decentrati, diritto di ispezione e controllo su tutti gli aspetti della gestione), che interessi non solo quella idrica ma tutti i servizi locali, come espresso dal primo quesito del referendum.
Il comitato referendario riminese “Due sì per l’acqua bene comune” cessa oggi la sua attività ma rilancia la sua proposta come Comitato Acqua Bene Comune. Dopo questo voto, dopo questa importante battaglia per una nuova partecipazione diretta all’amministrazione del nostro territorio, chiediamo che venga da subito avviato un meccanismo partecipativo come strumento fra amministrazione e comitato.
Distinti saluti
Comitato Acqua e Beni Comuni – Rimini