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Ric. pubblichiamo. Crocifisso rimosso, la lettera di una madre al dirigente

In foto: Sulla vicenda del crocifisso rimosso in una scuola di Montescudo (vedi notizia), pubblichiamo la lettera che la mamma di una bambina che frequenterà la scuola elementare ha scritto al dirigente scolastico.
Sulla vicenda del crocifisso rimosso in una scuola di Montescudo (vedi <a href=http://www.newsrimini.it//news/2011/giugno/14/provincia/cricifisso_rimosso_da_scuola_montescudo__il_commento_della_diocesi.html target=_blank>notizia</a>), pubblichiamo la lettera che la mamma di una bambina che frequenterà la scuola elementare ha scritto al dirigente scolastico.
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mar 14 giu 2011 19:36 ~ ultimo agg. 00:00
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Egregio Signor Dirigente,

sono una mamma la cui figlia comincerà la prima elementare nell’Istituto da lei diretto e in questi giorni ho seguito con attenzione il dibattito sulla sua decisione di rimuovere i crocifissi da due aule scolastiche.

Mi figlia, appena uscita dalla clinica in seguito ad un intervento chirugico, dopo alcuni giorni di
dolore e di paura mi ha detto: “Ho paura di morire”.

Questo suo grido mi ha colpito profondamente e non posso starci di fronte senza partire dalla mia esperienza, vissuta proprio quando mia figlia è stata ricoverata con urgenza mentre io ero lontana da casa.

Nel viaggio in treno, sapendo che l’avrei raggiunta solo a intervento ultimato, mi sono sorpresa nel ritrovarmi addosso una serenità inaspettata, pur essendo molto preoccupata. Ero cosciente che poteva succedere di tutto e lì mi sono resa conto che non sarei potuta stare di fronte a questo fatto senza quella serie di avvenimenti, di persone incontrate, di fatti che mi hanno reso certa che Cristo è Risorto.

Nella mia esperienza di genitore penso che non sia possibile educare senza dare una ragione e un
giudizio ai figli circa il senso della propria vita.

Io desidero che a scuola mia figlia possa incontrare persone disposte ad abbracciare il desiderio infinito del suo cuore.

Le auguro che, anche grazie a questa vicenda, anche lei possa scoprire questo desiderio di felicità che sicuramente è presente dentro di lei, e che fa dire a S. Agostino: “Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.

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