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Quando lo sport entra nel tritacarne della politica

In foto: Lettera di un gruppo di sportivi e di società sportive che intendono dire la loro sulla difficile situazione che sta vivendo lo sport cittadino e sul ruolo svolto dalla politica locale.
Lettera di un gruppo di sportivi e di società sportive che intendono dire la loro sulla difficile situazione che sta vivendo lo sport cittadino e sul ruolo svolto dalla politica locale.
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mer 15 giu 2011 09:48 ~ ultimo agg. 00:00
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Quando lo sport entra nel tritacarne della politica, accade sempre per saldare qualche conto relativo a quest’ultimo settore, quasi sempre extrasportivo, piuttosto che per tentare di risolvere i problemi del primo. E’ sempre stato così, e lo è anche questa volta quando si vuole dare la parvenza di affrontare i temi dello sport cittadino bocciando l’operato dell’ex assessore allo sport, Donatella Turci.

Puzzano i tempi, perché se veramente si fosse voluto risolvere qualche problema, lo si poteva fare in momenti non sospetti, per lo meno quando c’era un assessore allo sport. Invece ecco il polverone, alzato artatamente quando si parla di una candidatura ad un’altra carica della stessa Turci. Ma gli sportivi veri, quelli che lo sport lo vivono tutti i giorni, da dirigenti o atleti dilettanti, ringraziano di questa insperata copertina e sono pronti a dire la loro.

Partiamo con il dare una grossa delusione a chi gioca allo sfascio. A parere di gran parte del mondo sportivo (altrimenti non avrebbe avuto tutti quei voti, provenienti in larga misura proprio dal nostro mondo) Donatella Turci è stata di gran lunga il migliore assessore allo sport che la vita cittadina ricordi. Certo, se guardiamo solo al fallimento dello sport professionistico oppure alla mancanza di infrastrutture moderne, il bilancio parrebbe negativo. Ma riflettiamo. Come si fa ad imputare all’assessorato allo sport la mancata iscrizione della Rimini Calcio al campionato, oppure la difficile situazione dei Crabs?

Siamo testimoni del fatto che l’assessore Turci si è prodigata in tutte le maniere per sollecitare gli imprenditori locali a fare uno sforzo per sostenere queste realtà. Ma se la campagna abbonamenti a condizioni speciali della Rimini Calcio verso gli albergatori ha ottenuto, per stessa ammissione della società, una (proprio così) sola adesione, allora si capisce che c’è un problema di insensibilità piuttosto grave. E’ questa è la risposta di una categoria che ottiene dalla città moltissimo sotto forma di promozione degli eventi (vedi Capodanno e Notte Rosa) ed attenzione alla propria attività?

La stessa cosa avviene per realtà sportive più piccole, vedi volley o pallamano, che non riescono a spuntare nemmeno qualche migliaia di euro. C’è un tessuto economico cittadino chiuso in se stesso, che non riversa sulla società almeno una piccola parte di tutto quanto ha ottenuto in questi anni.

Troppo facile vivere al di sopra ed al di fuori di questa città ed ogni tanto alzare la voce.

Capitolo secondo, le infrastrutture. La città ha bisogno di un nuovo stadio, di un campo scuola di atletica, di una nuova piscina, di strutture disseminate nei quartieri. Questo impegno strutturale, notevole, richiede però una svolta dell’amministrazione nei confronti di questo tema, perché era impensabile, in questi anni, che l’assessorato allo sport affrontasse una politica di rinnovo strutturale con il misero bilancio di cui disponeva. Ogni volta che si affrontava il problema veniva fuori qualcuno, che curiosamente ora definisce “desolante” la candidatura di Donatella Turci a presidente del Consiglio Comunale, che frapponeva ogni tipo di ostacolo alla realizzazione del nuovo stadio da parte di un personaggio formidabile come il patron Bellavista e quando il Rimini era primo in serie B con la Juventus. Ricordiamocele queste cose, perché quando lo stadio si poteva fare, sono spuntati fuori come funghi comitati, associazioni e contestatori vari. Si sarebbe consumato il territorio, dicevano, e potevano anche avere ragione. Peccato che in questi anni il territorio di Rimini sia stato letteralmente depredato, per ogni tipo di costruzione o progetto. Tutto, ma non per lo stadio. Molti di questi moralizzatori, tipo Catone il Censore, sono gli stessi che oggi se la prendono con la Turci. Andiamo avanti. In questa opera distruttrice, che ha ben altri fini e ben altri registi, i Lanzichenecchi della Barafonda dimenticano ad arte tutti i progetti avviati dall’assessore allo sport verso i giovani, gli adulti e gli anziani, per favorire l’approccio allo sport. Perché nelle loro fini esegesi dimenticano il successo di “Sport tra i Banchi”, che ha avuto come presentatrice e coordinatrice anche l’onorevole Marchioni quando ancora faceva la giornalista, ed ha permesso a tanti giovani di conoscere le esperienze di campioni come Pietro Mennea, Sara Simeoni, Paolo Bertolucci, oppure il “3, 2, 1 Sport” che ha permesso a migliaia di ragazzi di provare gratuitamente una disciplina sportiva per due mesi, “Rimini per lo Sport” che ha distribuito in pochi anni più di un milione di euro alle società sportive dilettantistiche, oppure “Lo sport non va in vacanza” e “Lo sport non ha età”. Perché non chiedete a tutti coloro che si sono avvicinati allo sport, oppure sono rimasti a praticarlo, se sono ora un po’ più contenti?

Si può fare della demagogia in molti campi, si può bleffare in molti settori della nostra vita, ma nello sport c’è sempre gente che ne capisce di più. Perché qui, a differenza di altri campi, conta in primis la passione e la volonta’ di fare qualcosa per lo sport e per i giovani senza interessi privati.

Firmato, un gruppo di sportivi : Maurizio Campana , Luigi Pompili, Massimiliano Intorcia, Giovanni Gamberini, Lino Celli e di società sportive Giuliano Mami, Alessandro Alessandri del Triathlon-Duathlon Rimini, Alberto Biagini della Rimini Boxe Biagini, Tiziano Buda del Centro Karate Rimini, Augusto Farneti del Moto Club il Velocifero,

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