La promozione della legalità che non va in vacanza. L'impegno del GAP La Torre
L’organizzazione, legata ai Casalesi, era attiva anche in Romagna, dove vessava imprenditori locali, e si nascondeva dietro un’agenzia di credito sammarinese. A gestirla, Francesco Vallefuoco, nome legato all’operazione Vulcano che tanta eco ebbe nel riminese lo scorso febbraio.
Dopo il clamore dell’epoca, negli ultimi mesi di malavita in realtà a livello locale si è parlato molto meno.
Titoli cubitali, allarmi e proclami quando c’è il fatto. Per poi tendere a dimenticarsi del fenomeno – complici, sia chiaro, anche media un po’ distratti – fino all’operazione antimafia successiva. Ma c’è anche chi si impegna per non mandare in vacanza la cultura della legalità. Soprattutto i gruppi nati dal basso. Come l’associazione VedoSentoParlo o il Gruppo Antimafia Pio La Torre. Il Gap La Torre, ad esempio, ha promosso di recente, insieme all’Ilaria Alpi, un incontro su mafia e informazione col giornalista Alberto Spampinato. E che allestisce banchetti in giro per eventi, per informare ma non solo.
“Quest’estate noi abbiamo deciso di continuare ad impegnarci all’interno di eventi anche non strettamente legati alle tematiche dell’antimafia e della legalità proprio perchè vogliamo ampliare il nostro raggio d’azione – spiega Davide Vittori, del Pio La Torre – e cercare di coinvolgere anche persone che sono distanti dalla tematica della mafia, e che magari non sono consapevoli dei pericoli che sta correndo Rimini come ha confermato la recente operazione Sant’Egidio”.
Il Pio La Torre sta vendendo prodotti biologici della Cooperativa “Lavoro e Non Solo” di Corleone, che lavora terreni confiscati, per raccogliere 4mila euro da destinare a un mezzo agricolo per la Cooperativa stessa. Una causa a cui in diversi consacreranno anche le ferie: “Andremo nei campi confiscati alla mafia a Corleone, Monreale e Canicattì con una decina di volontari e come braccianti aiuteremo i soci di questa cooperativa. Ma non solo: con il progetto ‘Liberarci dalle spine’ cercheremo di ampliare le nostre conoscenze su mafia e antimafia, sulle lotte che molti contadini hanno intrapreso anche nel secolo passato per liberarsi da questa piaga”.
Insomma, la promozione della legalità non va in vacanza: “No, non ci andiamo – spiega Vittori – ma scientemente: per noi è un impegno come è un impegno per le forze di polizia non andare in vacanza e cercare di arrestare i mafiosi, per noi è un impegno cercare di aiutare la cittadinanza a essere consapevoli di queste problematiche. Per noi è un piccolo sforzo, ma pensiamo sia utile sia per noi che per Rimini in sè”.
(Newsrimini.it)