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Rimini

Cisl Rimini: 'meno servizi e più costi per il trasporto pubblico locale'

In foto: La Fit-Cisl di Rimini segnala una grave incongruenza tra i principi che hanno mosso il Patto per il trasporto pubblico regionale e locale, e la realtà del programma dei trasporti che si sta determinando in provincia. La FIT chiede di recuperare un tavolo di confronto e di rivedere le scelte fatte
La Fit-Cisl di Rimini segnala una grave incongruenza tra i principi che hanno mosso il Patto per il trasporto pubblico regionale e locale, e la realtà del programma dei trasporti che si sta determinando in provincia. La FIT chiede di recuperare un tavolo di confronto e di rivedere le scelte fatte
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sab 4 giu 2011 14:03 ~ ultimo agg. 00:00
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Il Patto in oggetto riguarda il triennio 2011-2013 ed è stato firmato il 13 dicembre 2010 tra la Regione Emilia-Romagna, le Province, i Comuni, le agenzie locali per la mobilità, le società di gestione del trasporto pubblico e le organizzazioni sindacali. In tale protocollo si prevedeva un aumento del 20% sulle tariffe dei biglietti ordinari singoli e un aumento più contenuto degli abbonamenti, un incontro per la definizione del piano di bacino della mobilità, anche in funzione di una migliore programmazione e servizio verso l’utenza. L’intento doveva essere quello, pur nella ristrettezza delle risorse, di realizzare quelle efficienze nella gestione che potevano garantire, insieme all’aumento contenuto del costo delle corse, anche qualche risparmio. La programmazione effettuata da Agenzia Mobilità, si è trasformata in tagli di percorso pari a 342.000 chilometri (che inizieranno l’11 giugno per arrivare sino al 31 dicembre 2011) ma non in risparmio di risorse, in un aumento eccessivo del costo dei biglietti e degli abbonamenti per l’utenza, disattendendo le linee che congiuntamente si erano stabilite nel protocollo sopracitato. Un bel capolavoro, non c’è che dire: si aumentano i costi per l’utenza, si programmano tagli di chilometri che non verranno pagati al gestore, che dovrà sopportare gli stessi costi di gestione del servizio ricevendo meno introiti, con il risultato di produrre una sicura perdita di bilancio che verrà poi coperta dai Comuni o attraverso un ulteriore aumento del costo dei biglietti per l’utenza. Per questo la FIT chiede di recuperare un tavolo di confronto e di rivedere le scelte fatte che peseranno sui cittadini, non miglioreranno il trasporto pubblico e non realizzeranno alcuna seria efficienza per l’azienda.