Indietro
menu
Nazionale Sanità

Batterio killer. 33 i morti, dai test le prime conferme sulla fonte

In foto: Sono i germogli di legumi i veri responsabili dell'epidemia di E. Coli che ha già fatto 33 morti in Europa, 32 dei quali in Germania: la prima conferma è arrivata oggi dai risultati di analisi fatte nel Nord Reno-Westfalia (Nrw), una regione tedesca a Ovest del paese.
Sono i germogli di legumi i veri responsabili dell'epidemia di E. Coli che ha già fatto 33 morti in Europa, 32 dei quali in Germania: la prima conferma è arrivata oggi dai risultati di analisi fatte nel Nord Reno-Westfalia (Nrw), una regione tedesca a Ovest del paese.
di    
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 10 giu 2011 20:41 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La notizia è coincisa con il cessato allarme sui consumi di cetrioli, insalate e pomodori, ma l’avviso rimane contro tutti i tipi di germogli crudi, inclusi quelli di soia e di fagioli. Il numero complessivo di casi in Germania (Ehec e Seu), intanto è aumentato a quota 2.988. Circa un mese dopo lo scoppio dell’epidemia e alla fine di una lunga scia di polemiche sul sistema federalista tedesco, test microbiologici hanno dimostrato il primo collegamento diretto tra l’azienda della Bassa Sassonia sotto accusa – orami chiusa – e il batterio killer del tipo 0104:H4. Un collegamento che finora non era riuscito a stabilire neanche l’istituto federale per la valutazione dei rischi (BfR), cioé il laboratorio di riferimento tedesco per il batterio E. Coli nel cibo.

Questa mattina, infatti, solo poche ore prima dell’annuncio del Nrw, il direttore dell’Istituto Robert Koch, Reinhardt Burger, aveva spiegato che “molto probabilmente” la fonte dell’epidemia si trovava nei germogli di legumi, inclusi quelli di fagioli e di soia. I consumatori che “hanno mangiato germogli hanno una probabilità nove volte più alta di soffrire di diarrea emorragica rispetto a coloro che non li hanno mangiati”, aveva infatti spiegato, sottolineando comunque che l’epidemia “non è finita”. La conferma è stata trovata nel bidone dell’immondizia di una famiglia di Rhein-Sieg-Kreis, una cittadina vicino a Bonn, dove le autorità sanitarie del Nrw hanno scoperto una confezione (aperta) di germogli contaminati prodotti dall’azienda della Bassa Sassonia. Due dei tre componenti di questa famiglia avevano consumato i germogli e avevano contratto l’infezione del tipo Escherichia Coli Enteroemorragica (Ehec) a metà maggio. Se i risultati delle analisi del Nord Reno-Westfalia fossero confermati dal BfR, sarebbe una “svolta nelle indagini”, ha commentato il ministro dell’Agricoltura tedesco, Ilse Aigner. Sulla crisi provocata dal batterio killer “sembra che si veda la fine del tunnel”, ha detto Frederic Vincent, portavoce del commissario Ue alla Salute John Dalli. La Russia, intanto, ha accettato di togliere l’embargo sulla verdura europea imposto da Mosca a causa del batterio killer.

Da parte sua, il presidente della Commissione agricoltura del Senato, Paolo Scarpa Bonazza Buora, ha presentato oggi un disegno di legge che prevede l’istituzione di un ‘registro per la sicurezza alimentare’, mentre continua l’attività di controllo da parte dei carabinieri dei Nas. Se in Italia si pensa al futuro, in Spagna il governo non esclude ancora possibili azioni contro la Germania, come ha detto oggi il vicepremier Alfredo Rubalcaba, di fatto smentendo il suo segretario di Stato all’Europa – Lopez Garrido – il quale aveva escluso ieri azioni legali contro Berlino. Una cooperativa agricola spagnola di Malaga ha già avviato in Germania una causa per danni contro le autorità di Amburgo e anche la Confederazione italiana agricoltori (Cia) pensa che adesso la Germania debba “pagare i danni”, poiché il paese ha delle “responsabilità enormi”. (ANSA)