Basket. Eugenio Rivali dopo la promozione in A Dilettanti
Genio, avete fatto l’impresa. Cominci a crederci?
«Mah, ieri ci chiamavamo tra di noi per dircelo, per domandarci “Ma stai realizzando quanto è successo?”. Dopo la partita eravamo strafelici, con una gioia pazzesca, ma ancora effettivamente facciamo fatica a comprendere la portata dell’evento. Una cosa incredibile».
Incredibile, eppure l’osservatore neutrale direbbe “facile facile”, almeno in gara2…
«Alla fine è stato così, abbiamo dominato nell’ultima gara. In noi c’era tanto entusiasmo e voglia di chiuderla subito, questo è certo, ma obiettivamente non era facile arrivare a Castelnovo e battere in quella maniera una squadra solida come la Coopsette, capace di far fuori nei playoff Marostica e Monfalcone mettendo in mostra un ottimo basket. Abbiamo reso facile un’impresa».
Poi è stata festa…
«Giusto così. Abbiamo festeggiato e alla fine siamo tornati al PalaAngels. Dopo aver mangiato i bomboloni alle 6 del mattino siamo entrati e abbiamo cominciato con le gare di tiro, poi qualcuno ha dormito lì e qualcun altro alla fine è andato a casa. Bellissimo».
Il film del campionato vi ha visti sempre protagonisti, come lo descriveresti?
«È stato tutto abbastanza naturale, ma al di là di qualsiasi obiettivo, ogni tanto, quasi per scherzo, cominciavamo a chiederci “Ehi, ma cosa facciamo, non vorremo mica andar su veramente?”, dandoci i pizzicotti. Dopo l’ultima sconfitta con Marostica eravamo comunque consapevoli di esserci, che avremmo potuto fare bella figura nei playoff. “Giochiamoceli”, ci siamo detti. In semifinale è arrivata Ravenna: forte, ma noi in regular season l’avevamo battuta già due volte e qualcosa doveva pur dire. Ci eravamo dimostrati superiori e la stessa cosa è successa nella serie a tre partite. La finale? Era nostro dovere provarci. Ci siamo riusciti».
E non si dica che a livello di infortuni è stata un’annata perfetta…
«Già, tra il mio infortunio, quello di Stefano Marisi, poi tutti gli altri e quello di Giorgio nei playoff, non siamo stati fortunati da quel punto di vista. In ogni caso abbiamo sempre sopperito con grande carica, anche quando ci siamo trovati a giocare praticamente in 6».
A chi dedichi la promozione in A?
«A parte quelle scontate al coach, ai ragazzi, a Davide, al presidente, a Pelo e Ago, ringrazio molto Lino e Turro per il periodo nel quale mi sono ritrovato a stare fermo per infortunio. Sono stati pazienti con me. Poi la dedica alla mia ragazza che mi sopporta sempre, anche quando gioco male».
Nella foto, Eugenio Rivali