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Anabolandia. Bianchi: le cure frutto di ricerche scientifiche ‘regolari’

Così ci ha riferito oggi Pierpaolo Piccinini, uno degli avvocati del medico 61enne riminese, al centro dell’inchiesta ‘Anabolandia’ dei Nas, al termine dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto oggi. L’avvocato ha anche aggiunto che faranno subito ricorso al tribunale del riesame di Bologna contro il provvedimento definito ‘vessatorio e pesante’ che ha messo il dottor Bianchi agli arresti domiciliari e gli ha sequestrato l’ambulatorio di via Bertani a Rimini. Per lui, l’imputazione è associazione a delinquere in quanto ritenuto al vertice di un’organizzazione che, attraverso l’utilizzo di ormoni e anabolizzanti mirava ad alterare le prestazioni sportive degli atleti professionisti e non. Gli altri coinvolti nell’inchiesta sono i tre dipendenti della ditta farmaceutica Sandoz di Milano (con il concorso esterno di un infermiere riminese quarantenne). L’avvocato Piccinini ha aggiunto: siamo pronti a dimostrare che il rapporto tra Bianchi e la Sandoz è di collaborazione, regolarmente fatturate, per studi clinici effettuati. Inoltre, secondo i difensori, l’associazione a delinquere contestata dalla procura, da maggio a novembre 2009, non sarebbe verosimile perchè il dottor Bianchi, in quello stesso periodo, da giugno a ottobre del 2009, sarebbe stato ricoverato in ospedale.
La prossima udienza è stata fissata per il 7 luglio.