Indietro
menu
Provincia Sanità

13mila ricoveri nelle strutture private. 'Ma non abbastanza i riminesi'

In foto: Nuove integrazioni tra sistema sanitario pubblico e privato emiliano-romagnolo in arrivo in futuro? L'ipotesi è emersa stamattina in un incontro in cui sono stati presentati i dati sull'ospitalità privata riminese.
Nuove integrazioni tra sistema sanitario pubblico e privato emiliano-romagnolo in arrivo in futuro? L'ipotesi è emersa stamattina in un incontro in cui sono stati presentati i dati sull'ospitalità privata riminese.
di    
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 29 giu 2011 14:16 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

A marzo, dopo un percorso iniziato nel ’92, si è arrivati all’accreditamento definitivo delle strutture emiliano-romagnole presso il sistema sanitario regionale.

Sono stati 13mila i ricoveri lo scorso anno nelle quattro strutture sanitarie private della Provincia di Rimini. Strutture cui i pazienti si rivolgono sempre più spesso non per evitare le liste d’attesa del pubblico (i tempi possono anzi in alcuni casi essere addirittura più lunghi) ma alla ricerca di una diagnostica all’avanguardia.

Visite fisiatriche e ortopediche alla Villa Salus, chirurgia e oculistica per esempio alla Villa Maria, neuroriabilitazione al Sol et Salus, otorinolangoiatria e urologia al Montanari di Morciano. Oltre 46milioni di fatturato l’anno scorso, circa 83mila prestazioni ambulatoriali. 390 posti letto per 493 addetti più 279 medici. Un rapporto, è evidente, dagli alti costi. E che spinge i privati a chiedere di rivedere i contratti con il sistema pubblico. Spiega Marco Vasini, Presidente Cda Sol et Salus e Villa Salus: “Il valore sociale, i costi da lavoro e per fornitori riminesi, per le nostre due strutture è di 16-17 milioni di euro. Il loro fatturato complessivo è di 25 milioni. Di quei 25 milioni a Rimini se ne riferiscono solo poco più di 8 milioni. In pratica il 70% dei nostri pazienti non sono riminesi. E’ per questo che vogliamo metterci intorno a un tavolo per vedere se la nostra struttura può trovare forme di utilizzazione aggiuntiva rispetto a quelli che già ha con l’azienda di Rimini”.

Tra l’altro, col passaggio dalle Marche dei sette comuni della Valmarecchia non c’è stato aumento delle risorse per le strutture private in linea con l’aumento del numero dei cittadini. Per l’Ausl riminese esistono margini per aumentare l’integrazione vista l’eccellenza raggiunta anche allo scopo di abbattere le liste d’attesa.
“E’ un ragionamento – dice Saverio Lovecchio, Direttore sanitario Azienda Usl Rimini – che coinvolge l’Area Vasta e la Regione. Ovviamente possibilità ce ne sono. Si tratterà di capire nei prossimi anni come sviluppare una programmazione che coinvolga le strutture private accreditate. Per esempio ampi margini di collaborazione ci sono per la terapia del dolore, un settore in cui, credo, sarà richiesto un grosso impegno nei prossimi anni”.

Dal presidente della Provincia Vitali arriva però un monito: “il privato è parte del sistema, non deve diventare il sistema” ha detto il presidente nel corso dell’incontro.

(NewsRimini.it)