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Un dipinto trovato in una villa fa luce su disegni alla Corderia

“Tra i pezzi più importanti della Corderia – ricorda Bernardi – ci sono senza dubbio i sei dipinti murali che, cosa importantissima,
siamo riusciti a far salvaguardare. Questi dipinti sono tutti della stessa mano e seppur non siano opere d’arte di chissà quale valore, rappresentano sicuramente un pezzo importante della storia e dell’identità viserbese e di Rimini tutta”.
Se i dipinti presenti nel portone d’entrata, che rappresentano due navi che lasciano l’ormeggio, sono ancora in ottime condizioni, altrettanto non si può dire per “la stanza dei dipinti”: stanzone in cui ne sono presenti quattro che rischiano ulteriori danneggiamenti a causa dell’umidità e delle intemperie.
“Se non si interviene in fretta con la restaurazione – avverte Bernardi – dubito molto ne rimarrà qualcosa. Tra questi ve ne è uno che rappresenta tre soldati in marcia, l’intonaco purtroppo qui ha ceduto e già da molti anni due dei tre soldati non ci sono più. Di questi dipinti creati durante la guerra non si è mai saputo l’autore, si sa solo che sono opere di un
soldato tedesco perché la simpatica scritta presente in uno di questi (“saufer is a laster aber a schon’s”,ovvero, ubriacarsi è faticoso ma bello!) non lascia dubbi”.
Per Bernardi, che da tempo si occupa del patrimonio storico della Corderia, è arrivata di recente nella visita a un’elegante villa di Rimini nord: “sono rimasto quanto meno sorpreso quando, entrando in una stanza, ho riconosciuto un dipinto creato dalla stessa mano e girandomi mi sono trovato davanti gli stessi tre soldati in condizioni impeccabili, questo dimostra tra le altre cose che quella grande villa è stata
usata anche per scopi bellici durante la seconda guerra mondiale”.
E le sorprese non erano ancora finite: “in basso sulla sinistra dei due nuovi dipinti è infatti chiara la firma dell’autore e la data, Toni Wamser 1946. Un altro dei mille misteri della Corderia è stato risolto, non nascondo una certa soddisfazione, ma l’area della fabbrica, l’area del mulino, avrebbe meritato più rispetto”.
Bernardi ricorda inoltre le ripetute richieste per salvare anche la paratia della fossa dei mulini del 1870: “Non ho avuto risposte, perderla sarebbe un grave errore, anche perché non costerebbe un euro, ma non dobbiamo mai scordarci che la mentalità è sempre la stessa di chi ha distrutto i kursaal, i lavatoi, le fontane e quindi siamo onestamente molto preoccupati”.

(nella foto, il dipinto della villa)