Indietro
menu
Rimini Vita della Chiesa

Convegno Diocesano. Le conclusioni del vescovo Lambiasi

In foto: Si è chiuso questa mattina in sala Manzoni a Rimini il Convegno Diocesano sull’Educazione dal titolo "Educare alla vita buona del Vangelo". L'ultima sessione, prima della conclusione del vescovo, è stata dedicata alle sintesi dei laboratori.
Si è chiuso questa mattina in sala Manzoni a Rimini il Convegno Diocesano sull’Educazione dal titolo
di    
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 2 apr 2011 18:39 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Un appuntamento pensato dal vescovo Lambiasi per rafforzare la consapevolezza della necessità dell’educazione e gettare le basi di nuovi percorsi all’interno delle parrocchie, che coinvolgano anche famiglie e scuola.

La sintesi delle conclusioni del vescovo:

Educare si deve, educare si può
A partire dalla relazione testimoniale. Si punta decisamente sull’Iniziazione Cristiana, crocevia dell’educazione, ma attenzione a non “ridurre” l’IC ai soli fanciulli e ragazzi.
Tre indicazioni del Vescovo Francesco: investire sui genitori e gli adolescenti

Questa mattina è toccato a mons. Lambiasi tirare le somme del convegno “Educare alla vita buona del Vangelo”. La mattinata si è aperta con la relazione di don Andrea Turchini che ha sintetizzato il lavoro che nel pomeriggio di venerdì è stato svolto nei laboratori.
Il Vescovo è partito da un’icona biblica insolita (At 7,20-38); durante il processo fatto a Stefano davanti al sinedrio di Gerusalemme, il primo dei martiri sviluppa la sua difesa a partire da un intenso racconto sulla storia di Mosé e divide la vita di Mosé in tre parti di quarant’anni ognuna.
La prima parte è stata quella della sua educazione in Egitto come figlio adottivo della figlia del faraone. Sappiamo che Mosé ad un certo punto tentò di prendere in mano la causa del suo popolo, ma furono gli stessi Ebrei che lo rigettarono. Solo dopo il secondo periodo di quarant’anni nel deserto, tempo di purificazione da quella che mons. Lambiasi ha chiamato l’io-latria la moderna idolatria, colui che è doveva essere chiamato liberatore è stato liberato.

Orientamenti
Alla suggestiva icona biblica di Mosè, è seguita la riflessione del Vescovo. Il convegno si chiude con alcune consapevolezze che si traducono in orientamenti per il cammino della Chiesa diocesana:
– educare si deve perché l’uomo non cresce ne si sviluppa da solo; perché di fronte alla cultura odierna che dichiara l’irrilevanza della “questione su Dio” (secondo il Papa, prima causa del disastro antropologico da cui nasce l’emergenza educativa) abbiamo la responsabilità di riproporre la questione del senso e si salvare l’uomo dalla sua condizione di orfanità;
– ma educare si può, perché la sorte dell’uomo non è la tristezza e la rassegnazione; Dio è amore e vivere l’amore cristiano permette a Dio di entrare nel mondo.
– ma come educare? La via indicata dagli Orientamenti CEI e ribadita nel corso del convegno è quella della relazione testimoniale. Il testimone non è colui che ha una vita ineccepibile, ma colui che vive la relazione con autenticità. Una questione che riguarda primariamente gli adulti.
Le vie per educare sono fondamentalmente due: quella che rinsalda la libertà alla verità (è la verità che vi farà liberi) e quella che ricongiunge gli affetti ai legami.

Obiettivi
Gli obiettivi che ci diamo per il nostro prossimo lavoro educativo sono i seguenti:
– riaffermare con decisione che l’Iniziazione Cristiana (IC) è il crocevia dell’educazione (EVBV 54);
– quando si parla di IC non si deve pensare primariamente ai fanciulli e ai ragazzi, ma ricuperare il modello del cammino di fede del cristiano adulto nella comunità cristiana, perché vogliamo riconfermare il primato dato agli adulti; per questo il nostro primo impegno riguarda la catechesi degli adulti e dei giovani; consapevoli però che non ci può essere catechesi efficace se prima non si appoggia su un primo annuncio.
– I luoghi in cui si vive tale prospettiva educativa devono essere tre:
La famiglia “prima e indispensabile comunità educante”;
La parrocchia, scelta irrinunciabile, ma sicuramente bisognosa di riforma;
La scuola

Indicazioni più operative a partire dalle prossime settimane riguardano:
– la verifica degli itinerari formativi a tutti i livelli; a questo aspetto sarà dedicata la tre giorni di aggiornamento dei preti che si terrà a giugno 2011;
– la formazione e l’accompagnamento dei genitori cristiani;
– un investimento particolare nel “mondo degli adolescenti.