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Rimini

Indennità alla municipale: proclamato lo stato d'agitazione

In foto: Nonostante le aperture di ieri da parte del comune con la sospensione del prelievo coatto e il ripristino in busta paga delle indennità di disagio, la polizia municipale resta sul piede di guerra. Questa mattina in piazza Cavour, insieme ai sindacati, gli agenti hanno deciso di indire lo stato d'agitazione.
Nonostante le aperture di ieri da parte del comune con la sospensione del prelievo coatto e il ripristino in busta paga delle indennità di disagio, la polizia municipale resta sul piede di guerra. Questa mattina in piazza Cavour, insieme ai sindacati, gli agenti hanno deciso di indire lo stato d'agitazione.
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gio 11 nov 2010 13:07 ~ ultimo agg. 00:00
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Le responsabilità sono del comune e non è giusto che a pagare siano i dipendenti. Parola di Cgil, Cisl e Uil. Nonostante l’interessamento di Anci e Governo per il caso riminese sulle indennità della polizia municipale e la decisione del comune di ripristinare, già da novembre, l’indennità sospesa con gli arretrati relativi di ottobre, il clima resta teso. Nell’incontro di oggi tra amministrazione e sindacati è emerso infatti l’ennesimo nulla di fatto.

“Per quanto riguarda il ritiro della messa in mora – spiega Nicoletta Perno, UIL FPL Rimini – che è la condizione per sedersi al tavolo e risolvere la questione non ci sono aperture. Quindi l’incontro di oggi per noi è un nulla di fatto e, dagli agenti, abbiamo avuto mandato di proclamare lo stato d’agitazione”.

Per il comune la messa in mora è un modo per interrompere la prescrizione e in attesa degli esiti dell’iniziativa politica, il recupero delle somme erogate è stato rinviato al nuovo anno. L’atto ingiuntivo, evidenziano i sindacati, però resta e, se non ci saranno novità positive, da gennaio gli agenti si ritroveranno a dover restituire chi 4.000 euro, chi 6mila, chi 10.

“La priorità per i lavoratori è far partire una procedura giuridica per bloccare il prelievo coatto – spiega Nicoletta Perno – con lo stato d’agitazione vogliamo però difendere l’accordo sulle indennità, che era corretto, e sensibilizzare cittadini e amministrazione pubblica. I vigili sono una risorsa e non un bancomat al quale prelevare i soldi quando le cose si mettono male; la responsabilità di fronte ad ispettori e corte dei conti è del comune e non dei dipendenti”.
Secondo la Uil l’amministrazione non ha tutelato a sufficienza l’accordo contestato: il comune avrebbe infatti anche potuto costituirsi davanti alla corte dei conti per contestare quanto rilevato dagli ispettori ministeriali.

Intanto in meno di 24 ore ben 194 tra agenti ed ex dipendenti hanno deciso di farsi rappresentare sulla questione dall’avvocato Martone, noto legale del foro romano.

Newsrimini.it