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Economia Provincia

Commissariamento Carim. Vitali: serve unità per il bene del territorio

In foto: Non è il momento della caccia alle responsabilità, ma dell'unità. Quasi due mesi dopo la notizia del commissariamento della Carim, il presidente della Provincia Vitali lancia un nuovo appello alle forze economiche locali.
Non è il momento della caccia alle responsabilità, ma dell'unità. Quasi due mesi dopo la notizia del commissariamento della Carim, il presidente della Provincia Vitali lancia un nuovo appello alle forze economiche locali.
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lun 29 nov 2010 12:51 ~ ultimo agg. 00:00
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Uno spirito quanto mai necessario, per Vitali, soprattutto alla luce delle difficoltà che il territorio si troverà a vivere ne medio periodo.

L’intervento di Vitali:

“I cinquantasei giorni intercorsi tra il commissariamento della Cassa di Risparmio di Rimini e l’oggi hanno confermato, anzi rafforzato, l’idea della estrema delicatezza delle vicende intorno all’istituto di credito più importante del Riminese. Le notizie di cronaca che si susseguono, le dichiarazioni di autorevoli rappresentanti della Carim, fanno intravedere uno scenario con il quale il tessuto socio/economico locale dovrà fare i conti quantomeno nel medio periodo.
Oggettivamente si prospettano mesi e forse anni, stretti come siamo tra una crisi economica che non ci si è lasciati alle spalle e la fase di stallo della principale banca riminese. Le preoccupazioni degli imprenditori locali- da me personalmente registrate pochi giorni fa durante la riunione del ‘tavolo provinciale dello sviluppo’- sono la spia della crescente incertezza sul fronte dei rapporti tra imprese e sistema creditizio. Un’incertezza che potenzialmente potrebbe riversarsi su occupazione, investimenti, innovazione; in una parola, sullo sviluppo di un intero territorio che dal dopoguerra ha avuto nelle banche locali e nella Cassa di Risparmio un suo fondamentale propellente.
Insomma, un quadro complesso per la banca i cui problemi, così come è prassi in analoghe situazioni, adesso corrono il rischio di scatenare gli ‘appetiti’ di grandi gruppi nazionali alla ricerca di “liquidità”. Uno scenario che, se si concretizzasse, andrebbe a ledere quel legame tra credito, imprese, territorio che ha rappresentato complessivamente sinora uno dei punti di forza della nostra realtà.
Lo statuto della Fondazione Cassa di Risparmio riconosce agli Enti locali una rappresentanza non rilevante ma credo che questa, accanto ad una presenza più generale delle istituzioni, debba essere utilizzata e finalizzata ancor più oggi a ristabilire un clima di armonia che ridia fiducia ad un rapporto tra il principale istituto di credito del territorio, i risparmiatori e le imprese del territorio.
Dobbiamo uscirne facendo un passo in avanti e dimostrando che questo territorio non ha bisogno di colonizzatori distratti ma possiede le forze e l’intelligenza per riprendersi in mano con pienezza e orgoglio il proprio destino. Io credo che le imprese, le forze migliori del tessuto riminese non lascerebbero sola la banca nel caso in cui fosse necessario un’immissione di risorse per ricapitalizzazione. Non è una questione di semplice orgoglio campanilistico ma, come ho detto nelle premesse, un modello di sviluppo che parte e si radica nel territorio.
Rimini non è mai mancata nei momenti difficili e non mancherà anche in questa occasione e sa di poter contare fino in fondo sulla saldezza delle proprie istituzioni, della propria società.
Io penso che questo non sia ancora il momento della ricerca delle responsabilità (posto che quelle”tecniche” rientrano pienamente nell’ambito del lavoro dei commissari nominati da Banca Italia e vi è l’autorità competente a verificare il resto) ma, piuttosto, quello dell’unità.”