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Basket. Il gesto di fair play di Giacomo Gurini continua a far parlare

In foto: Domenica al Flaminio in una fase delicata del supplementare tra Crabs e Barcellona l'arbitro Di Francesco gli ha chiesto lumi su una rimessa ed il giocatore dell'Immobiliare Spiga ha amesso con grande onestà di aver toccato il pallone.
Domenica al Flaminio in una fase delicata del supplementare tra Crabs e Barcellona l'arbitro Di Francesco gli ha chiesto lumi su una rimessa ed il giocatore dell'Immobiliare Spiga ha amesso con grande onestà di aver toccato il pallone.
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mar 2 nov 2010 23:39 ~ ultimo agg. 00:00
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Nello sport dovrebbero essere la regola. Ma, in tempi in cui il mondo fatica a convivere con le regole, non sempre lo sono. Parliamo dei principi di onestà e lealtà, da sempre pilastri della competizione sportiva – si legge in una nota della Legadue -. In tempi, invece, di simulazioni, moviole attentissime a movimenti sospetti e spesso finti, tesi a procurarsi un vantaggio (dalla famosa e ormai simbolica Mano de Dios…, ad altri episodi anche nel basket), il gesto di Giacomo Gurini, giocatore dell’Immobiliare Spiga Rimini, assume un valore speciale ed esemplare. Finale della partita di domenica scorsa, la combattutissima sfida al vertice con la Sigma Barcellona Pozzo di Gotto, supplementare in pieno svolgimento (2’50 da giocare Rimini +4), ogni pallone vale oro. La squadra di coach Caja è in difesa, azione convulsa, Gurini prova a marcare stretto quasi come uno… stopper di qualità lo scatenato Crispin (autore di 40 punti e 9 triple alla fine) che aveva impedito a Rimini di chiudere una partita quasi sempre condotta: Joe riceve in post basso, “Guru”, il suo soprannome, devia la palla con la punta delle dita e gli arbitri assegnano la rimessa a… Rimini. Dalla parte di Barcellona, si accendono le proteste, Pancotto giustamente chiede spiegazioni, gli arbitri tentennano fin quando uno di loro – Guido Federico Di Francesco – si rivolge a Gurini e gli chiede lumi. Giacomo non fa una piega e dice all’arbitro: “ho toccato io, è vero, la rimessa è loro”. L’arbitro tira un sospiro di sollievo, cambia la decisone e poi abbraccia il giocatore dei Crabs e lo… bacia per avergli evitato un errore clamoroso e importante. Alla fine vince Rimini, magari la dea bendata ha voluto dare una mano a quel gesto di sportività che poteva anche significare il ko per l’Immobiliare Spiga che ora veleggia al secondo posto per la gioia del patron Giorgio Corbelli tornato al basket nella sua Rimini e di coach Caja che a fine gara avrà parole d’encomio per il suo giocatore: “sia per quel gesto, che per lo spirito che ha messo in difesa. Bravo”.

CHI E’ GIACOMO GURINI – Nato a Pesaro il 16 luglio 1984, guardia di 192 cm, cresciuto nel settore giovanile della Scavolini Pesaro, è al suo terzo anno ai Crabs Rimini – ora sponsorizzati Immobiliare Spiga – dove l’anno scorso ha giocato la sua miglior stagione in Legadue (7.1 punti in 19’ a gara con il 50.6% da tre), totalizzando 65 presenze e 355 punti (high 24).

LE PAROLE DI GIACOMO GURINI – “Sincerità per sincerità, in un primo momento quando ho visto gli arbitri assegnare la palla a noi, ho esultato. Poi, quando ho visto Crispin dire all’arbitro che avevo toccato io e il fischietto è venuto verso di me per avere conferma, non ho esitato neanche un attimo e ho ammesso di essere stato io. Non volevo vincere “rubando” una partita che meritavamo di vincere, essendo stati praticamente sempre in testa contro un avversario fortissimo e con quel Crispin che non si fermava neanche a revolverate. Preferivo guadagnarmela sul parquet ed è andata bene. Tra l‘altro proprio l’azione dopo ho stoppato Hicks e sul pallone che rotolava fuori sono riuscito a tuffarmi e a recuperarlo, sennò magari Caja mi avrebbe ammazzato… Non mi era mai successa una cosa simile, ma lo rifarei, anche se, magari, a caldo, a volte ci può stare che non ci pensi, ma non volutamente. E’ stato tutto molto bello, una partita di alto livello in un Flaminio pieno e caldo: una grande emozione, speriamo di continuare così”.

LE PAROLE DELL’ ARBITRO DI FRANCESCO – L’arbitro in questione era Guido Federico Di Francesco (in terna con Mauro Moretti e Denis Quarta): nato a Teramo il 22 giugno 1976, professione promotore finanziario, 55 presenze in Legadue, uno dei fischietti di maggior qualità, un passato anche da arbitro di calcio fino alla C: “E’ stato un momento di confusione, io ero indeciso, il mio collega non aveva visto nemmeno lui, però ho percepito subito che qualcosa non andava. Così, mi sono rivolto a Gurini e gli ho detto: ‘L’hai toccata tu? Se sbagliamo facciamo una brutta figura in due’. Lui non ci ha pensato un attimo e mi ha detto subito che era stato lui. L’ho abbracciato per ringraziarlo: entrambi ci siamo presi una bella responsabilità, io di chiedere a lui e fidarmi di quella che sarebbe stata la sua risposta, e lui di ammettere di averla toccata, passando sopra alle pressioni a cui i giocatori vengono sollecitati in certi momenti. E’ stata la prima volta in carriera e lo rifarei perché in quelle occasioni i giocatori sono gli unici che possono aiutarci. Al massimo mi era successo, durante la finale scudetto di A Dilettanti Brindisi-Venezia, di non vedere chi toccò una palla che uscì davanti a me e a coach Perdichizzi: io lo guardai come per dirgli ma tu hai visto, e lui pure mi fece capire di non aver visto. Per fortuna quella volta il risultato non era in bilico. Invece, essendo stato io arbitro di calcio di serie C, mi era successo una volta di fischiare un rigore e poi ripensarci perché l’attaccante ammise di non essere stato toccato e proprio quel precedente mi ha indotto a fare la stessa cosa domenica. A volte può capitare che uno avverta il contatto d’istinto e magari anche in quel caso, credo sia giusto chiedere al giocatore e sono sicuro che sarebbe sincero, come successe a me. Nel basket, invece, sui falli fischiati, mi è capitato che, dopo le proteste istintive e iniziali, qualche azione dopo, un giocatore venisse a dirmi che sì, probabilmente avevo ragione”.

LE PAROLE DEL COACH AVVERSARIO, CESARE PANCOTTO – A Gurini arrivano anche gli elogi del coach avversario, Cesare Pancotto, uno che nella sua vita ne ha viste tante (è il decano degli allenatori in attività con 865 panchine e 26 stagioni tra A1, A2 e Legadue dove ha esordito quest’anno): “Non sempre succedono cose del genere. Io dico sempre che l’etica vera si vede nel momento del bisogno. E domenica Gurini ha dimostrato di avere grande etica sportiva e di avere sul piano umano i principi giusti. In realtà queste cose dovrebbero essere normali, ma siccome non è così, è giusto darne merito e sottolinearlo quando accadono. Giacomo è stato capace di vincere l’egoismo individuale che in questi casi spesso emerge e ha fatto davvero una bella cosa, come l’arbitro che ha capito che era giusto ripensarci. Bravi tutti e alla fine Rimini ha vinto meritatamente una partita molto bella in tutti sensi”.

LE PAROLE DI RENZO VECCHIATO E MARCO BONAMICO – Altri due personaggi, che di storie sul parquet ne hanno vissute tante in prima persona, sono Renzo Vecchiato, oggi general manager dell’Immobiliare Spiga Rimini, e Marco Bonamico presidente di Legadue.

Ecco il commento di Renzone: “Sinceramente devo dire bravo a Gurini e glielo avrei detto anche se avessimo perso. In carriera non ricordo tanti episodi del genere, né ricevuti, e, confesso, né fatti da parte mia. Però spero che accadano sempre più spesso, perché questo è il messaggio di onestà e lealtà che lo sport deve dare. Tra l’altro complimenti a Guru, non aveva niente da invidiare a un mediano o a uno stopper di provata capacità… Ho suggerito al presidente Bonamico, visto che si fanno tanti premi di ogni tipo, di pensarne uno anche per il Gesto di Fair Play dell’Anno. Sono cose che fanno bene allo sport, come l’iniziativa dell’Inno che su ogni campo coinvolge la gente, come successo a Pistoia e domenica da noi, quando i tifosi di Barcellona, visti i tentennamenti del cd a partire, hanno lanciato l’inno e i nostri tifosi si sono uniti a loro. Bellissimo”.

Ed ecco anche il pensiero di Marco Bonamico: “Non ero presente, ma mi hanno riferito la cosa e non posso che applaudire il gesto di Giacomo Gurini. Come sono solito dire, lo sport è importante, le vittorie pure, ma in palio non c’è un’operazione a cuore aperto. Vorremmo che questi gesti e anche la correttezza sugli spalti, con un tifo positivo, si moltiplicassero e per questo domenica ho voluto dare un riconoscimento al pubblico di Pistoia per un’altra bella storia, come quella che li ha visti protagonisti intonando l’inno al posto del cd inceppato. L’idea di Vecchiato è ottima e la prenderemo senz’altro in considerazione”.

(nella foto, Giacomo Gurini)

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