100 in lista d'attesa per il nido. Allo studio un aziendale per tre enti
Sono un centinaio a Rimini i bimbi in lista d’attesa per il posto nido. L’ultimo aggiornamento della cifra, in commissione in risposta alle sollecitazioni dei consiglieri di opposizione, arriva dopo l’apertura di due nuovi nidi. Anche se, per stessa ammissione dell’assessore all’Istruzione, occorre perfezionare la risposta data alle famiglie. “Con l’apertura dei due nuovi nidi Sacco e Vanzetti e via di Mezzo – spiega l’assessore Samuele Zerbini – abbiamo decisamente sfoltito le liste d’attesa, arrivate quasi alla fine. Abbiamo richiamato tutta la lista d’attesa per riempire i 99 posti disponibili con le nuove sezioni aperte in convenzione con l’Asp Valloni”. Questo perchè nel frattempo in molti avevano trovato altre soluzioni (i nuovi nidi hanno infatti aperto all’inizio di novembre). C’è poi una questione di prossimità: c’è richiesta di posti in zone della città troppo distanti dalle nuove aperture, e dunque i genitori di quei bambini hanno dovuto rinunciare.
In totale per l’anno scolastico 2010-2011 sono 781 i posti assegnati: una cifra cui concorrono altre soluzioni oltre ai posti nido comunali. Sono stati 92 i voucher assegnati, che consentono ai genitori di non pagare rette troppo elevate a privati convenzionati col Comune. Un capitolo ancora praticamente chiuso è quello dei nidi aziendali. Oggi c’è solo un asilo aziendale a Rimini, dell’azienda Teddy al Gros, e si aspetta quello dell’Ausl di prossima realizzazione. Ma qualcosa si starebbe muovendo. “Il progetto allo studio è quello di un nido aziendale comune tra Comune, Provincia e Università” spiega l’assessore.
E poi ci sono le tagesmutter: un servizio, presentato da poco che sarà affidato a mamme che seguiranno uno specifico corso. L’obiettivo è anche abbassare la retta attualmente prevista – effettivamente un po’ troppo onerosa – di 5 euro e 40 l’ora. “Stiamo dialogando con gruppi di associazioni, fondazioni, sponsor privati, che ci possano aiutare a calmierare queste rette, perchè per legge non possiamo farlo”. La legge in questione è regionale e prevede che da parte delle amministrazioni non possa esserci il versamento diretto di fondi a persone incaricate di questo tipo di servizio.
(NewsRimini.it)