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Politica Rimini

Meeting. Il ministro Sacconi sul futuro del Governo e i dipendenti Fiat di Melfi

In foto: Oggi in fiera, nella seconda giornata del Meeting, è intervenuto il ministro al lavoro e al welfare Maurizo Sacconi, che ha parlato della cultura del dono come risposta sociale. Dal ministro, anche commenti sul futuro del Governo e sul caso dei dipendenti Fiat di Melfi.
Oggi in fiera, nella seconda giornata del Meeting, è intervenuto il ministro al lavoro e al welfare Maurizo Sacconi, che ha parlato della cultura del dono come risposta sociale. Dal ministro, anche commenti sul futuro del Governo e sul caso dei dipendenti Fiat di Melfi.
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lun 23 ago 2010 16:00 ~ ultimo agg. 00:00
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Bisogna uscire dall’epoca dell’antropologia negativa, quella per cui nessuno si fida di nessuno, e entrare in una positiva. Che parta dal riconoscimento della vita. Elemento, ricorda il Ministro Sacconi, alla base anche dell’agenda bioetica presentata dal Governo, che interessa temi come aborto, eutanasia, disabilità e procreazione. Va recuperata la grande tradizione italiana della fraternità, ha detto Sacconi riferendosi al tema dell’incontro “Più società, meno stato. L’esperienza del dono nella tradizione italiana”. Altra esperienza in questo senso, l’iniziativa del 5 per mille, che sarà confermata ma con più controlli e selezione. In conferenza, Sacconi non si è potuto sottrarre ai temi in prima pagina. Sul governo, si è detto consapevole della necessità di andare al voto senza una vera maggioranza, ma fiducioso.
“Sono sicuro – ha detto – che nel prossimo triennio così impegnativo la legislatura possa e debba decidere andando avanti con il governo scelto dagli italiani. E’ l’unico modo per ragioni politiche, etiche e numeriche”. “Se non c’e maggioranza parlamentare – ha precisato ancora Sacconi – la nostra convinzione politica è che gli italiani debbano decidere: lo impone la costituzione materiale”.

Sul caso dei dipendenti Fiat di Melfi, massimo rispetto per il lavoro degli organi di giustizia. Anche se dalla FIOM si sarebbe aspettato almeno una valutazione politica. Il tema politico è per il ministro quello di ragionare, “in teoria” sulla possibilità che ci siano “forme di lotta impropria stile anni settanta”, “forme di sabotaggio”: bisogna chiedersi, ha detto, “se è ancora possibile un picchetto che blocchi l’ingresso di merci, o che, tanto più se si tratta una minoranza, qualcuno possa bloccare la produzione” e “impedire di lavorare a chi vuole farlo”, anche se nel contesto di uno “sciopero regolarmente proclamato”. E ha aggiunto: “Siamo usciti dal tempo, mi chiedo, in cui una minoranza può bloccare la produzione e disincentivare un investimento?”.

(foto Bove)